Ogni anno, inevitabile come il Natale, la Pasqua e Amici di Maria De Filippi, il tormentone musicale dell’estate arriva, e si fa prepotentemente spazio all’ interno delle nostre vite, sconvolgendo i ritmi sonnolenti acquisiti durante l’inverno e non ancora ringalluzziti completamente dalle tiepide temperature primaverili. E sempre ogni anno, e con lo stesso grado di inevitabilità, codesto tormentone è un allegro motivetto latineggiante, accompagnato da un testo che probabilmente si ispira alle storie raccontate nei romanzi Harmony . L’unica differenza è che in questi ultimi non ci sono le rime. Per il resto i contenuti sono pressoché identici: amore-passione-bruciante, cuore-spezzato-ma-sempre-ardente-di-focosa-brama e via dicendo.
Così, quest’anno è arrivato Despacito. Avendo percepito in varie occasioni questo ritornello un po’ di qua e un po’ di là, alla fine mi sono incuriosita, e ho cercato di documentarmi. Infatti, la mia conoscenza della musica latina si è fermata a Ricky Martin e alla Vida Loca qualche anno fa, e conosco Enrique Iglesias più per la sua avvenenza fisica che per il suo talento musicale -che senz’altro possiede, non voglio atteggiarmi a intellettuale radical chic, per carità!-.
Quindi, dicevamo, Despacito: significa lentamente, un avverbio che ha già in sé qualcosa di sensuale, adatto a suggerire pensieri peccaminosi e latineggianti. Il cantante è un tal Luis Fonsi, che ovviamente non avevo mai sentito nominare, accompagnato da tal altro Daddy Yankee, che si occupa della parte rappeggiante. Anche in questo caso, il nome mi è del tutto sconosciuto, dato che ero rimasta ancora ai duetti di Jennifer Lopez e del mitico Pitbull. Mea culpa.
Il testo di Despacito narra di un tizio che in sostanza vuole ballare con una tizia che lo attira parecchio, respirare il suo profumo e fare del suo corpo un manoscritto a suon di ardenti baci. Nientemeno. Sorvolando sulla geniale e allo stesso tempo pietosa rima: despacito-manuscrito, e anche su tutto il resto, la cosa che più mi ha divertita è stato il video musicale! Parliamone.
Anche in questo caso, i clichè vengono rispettati: ambientazione in città tipo Rio De Janeiro, con inquadrature sia delle meravigliose spiagge sia delle favelas, e bambini vestiti di stracci che giocano a pallone. Seguono le immagini del cantante, giovanotto belloccio, doverosamente tatuato e sufficientemente pompato, barbetta e canottiera d’ordinanza. Poi arriva la sua tipa: una specie di Venere di Milo, una stangona alta due metri con misure perfette, capelli lunghi e fluenti stile pubblicità Pantene, gambe infinite, viso splendido, vestita semplicemente di un paio di shorts e di un fazzoletto microscopico di stoffa a coprirle il busto prominente. Dopo aver visto lei ti viene voglia di aprire una finanziaria per farti lifting ovunque. E non è solo bellissima: è anche dolce e affettuosa: infatti, mentre passeggia flessuosamente lungo le strade del paese, si ferma a coccolare i ragazzetti in bicicletta e a dar loro buffetti sulle guance. Una ragazza da sposare, insomma.
Il video procede con la stangona che continua ad ancheggiare e il cantante che, insieme al rap-amico, balla e canta in una stradina disastrata, circondato da coppie di fotomodelli e fotomodelle che ballano come se fossero sul set di Dirty Dancing. Finalmente la tipa arriva nel locale dove evidentemente la aspetta il cantante. Nel frattempo, non si sa come, tra un ancheggiamento e l’altro, deve essere passata a casa a cambiarsi, perché fa il suo ingresso fasciata in un abito lungo dorato che starebbe male anche a Naomi Campbell. Si crea una situazione davvero tipica: ci ritroviamo in quello che sembra uno dei peggiori bar di Caracas, dove nella penombra tutti i presenti, sudatissimi, lucidi e praticamente seminudi, ballano e si muovono voluttuosamente. Il cantante e la Venere di Milo si strusciano e amoreggiano lussuriosi, e l’atmosfera si fa rovente.
Ho provato a catapultarmi in quella situazione: io, nei miei miseri 160 centimetri di bassezza e scarsa tonicità, probabilmente non verrei assunta nemmeno come cameriera in un posto del genere. Al massimo potrei stare ferma in un angolino buio della sala ed essere utilizzata come appendi-abiti. Inoltre, anche avendo il fisico, dovrei comunque imparare a ballare e a muovermi in maniera provocante, cercando di non sembrare un’anatra zoppa.
Detto ciò, sappiate che la mia è tutta invidia! Tralasciando la questione dei gusti musicali, se non fossi un pezzo di legno mi scatenerei anche io al sentire le note di Despacito, e studierei i tutorial su You Tube per imparare la coreografia a memoria.
Chissà quale sarà il prossimo tormentone musicale. Non vedo l’ora di sentirlo.
Anch’io ho scritto un post fortemente ironico e autoironico: https://wwayne.wordpress.com/2016/10/02/ti-amo-ancora-wendy/. Che ne pensi?
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…e comunque, nonostante un caldo bestia, non suda nessuno.
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🤣🤣🤣🤣Vero, maledetti! Strafighi e pure asciutti
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