Le tribolazioni dei miopi

Essere miope è una grandissima rottura di palle, diciamolo. Dopo le mestruazioni, ovviamente.

La scoperta della mia miopia (e scusate l’orrenda allitterazione) risale all’ormai lontanissimo anno…boh, nemmeno me lo ricordo, sinceramente. Ricordo solo che all’epoca frequentavo le Scuole Medie, sfoggiavo terribili look dai colori improbabili (per vedere la documentazione fotografica andate a dare un’occhiata qui), altrettanto improbabili e orripilanti tagli di capelli, la mia amica del cuore si chiamava Valentina, e secondo me era la ragazza più bella del pianeta.

Essendo una adolescente approssimativa, non mi ero resa conto di non vedere benissimo, tant’è che la scoperta venne fatta proprio a scuola, durante una visita oculistica di gruppo (ma esistono ancora?). Una volta posizionata davanti al tabellone luminoso delle lettere, mi fecero coprire l’occhio destro con una mano e, sorpresa sorpresa…

non ci vedevo un cazzo.

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La cosa non mi devastò, anzi! Allora vedevo gli occhiali come un accessorio super-fashion, qualcosa che mi avrebbe distinta dal resto del mondo: tutti d’ora in avanti mi avrebbero chiesto come mai portavo gli occhiali e io avrei raccontato la storia della clamorosa scoperta della mia miopia, ottenendo la completa attenzione degli astanti.

Va beh, un po’ esagerata (sfigata?), ma abbiate pazienza, avevo 12 anni!

Il tempo mi ha migliorata, lo giuro. Ora sono per l’invisibilità, il mutismo e il pigiama.

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Il mio primo paio di occhiali, c’era da aspettarselo, era OR-REN-DO e, come se non bastasse, mi stava di merda. Mi pare di ricordare che la montatura fosse ellittica e azzurrina, una roba da perfetta nerd, insomma; come se non bastasse il fatto che fossi pure secchiona (lo ammetto).

Col passare degli anni la miopia continuò a fare il suo corso, ovvero peggiorò, e il mio spassionato amore per gli occhiali cominciò ad arrugginirsi, e di brutto anche. Mi davano un fastidio della madonna, erano scomodi e pesanti, e oltretutto mi facevano gli occhi ancora più piccoli di quanto già non  fossero.

In tutto ciò mia madre non era di nessun aiuto, dato che continuava a comprare per la sottoscritta montature indecenti, arrivando a farmi indossare per anni quelle rotonde (rotondissime!) alla John Lennon, che potrebbero star bene solo ad Angelina Jolie. E indovinate? Io non le assomiglio neanche un po’. Senza contare che ho il viso tondo, quindi tondo più tondo=disastro.

Fortunatamente arrivarono le lenti a contatto a salvarmi la vita! Anche se impiegai una settimana a imparare a metterle e toglierle senza cavarmi gli occhi, ma va beh, dettagli.

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Intanto la maledetta miopia proseguiva nel suo inesorabile peggioramento, fino ad arrivare quasi alle -9 diottrie per quanto riguardava l’occhio sinistro. Col destro andava leggermente meglio (-7), ma nel complesso, insomma, ero quel che si dice una talpa.

Col tempo ho imparato a conviverci, chiaramente c’è di peggio! Come per tutte le cose della mia vita e di me stessa che non mi piacciono e che non posso cambiare, ho deciso che la soluzione è ironizzarci, e quindi ecco in esclusiva per voi un piccolo elenco delle quotidiane tribolazioni dei miopi!

Tribolazione numero 1.

Dove diamine sono finiti gli occhiali?

Se siete mezzo cieche come me è di fondamentale importanza, prima di decidere di andare a dormire e togliersi gli occhiali, ricordarsi il punto esatto in cui li riponete. Probabilmente, a differenza della sottoscritta, avete l’accortezza di conservarli sempre nel solito posto. Io il solito posto a volte lo vario (ma perché poi???), con conseguenze devastanti.

Nel senso che se non ricordo dove cavolo ho messo gli occhiali la notte prima, son cazzi.

Soprattutto se mi ritrovo da sola in casa e nessuno occhio-di-lince-dotato è in grado di aiutarmi nella caccia al tesoro.

Che fare in questi casi?

Le soluzioni non sono tantissime:

  • vagare per la casa a mo’ di fantasma, con braccia e mani tese per tastare eventuali ostacoli, finché non si trovano gli occhiali
  • raggiungere a tentoni il bagno e mettersi le lenti a contatto (sempre che vi ricordiate dove sono)
  • rimettersi a dormire fino a che non torna qualcuno a casa

Inutile specificare che la terza opzione è la mia preferita.

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Tribolazione numero 2.

Passare continuamente per una altezzosa e maleducata

Cioè, ma quante volte noi poveri miopi ci siamo sentiti ripetere la seguente frase:

“Ieri ti ho visto per strada ma tu non mi hai salutato!”

Amici, conoscenti, esseri umani, lo dico e lo ribadisco qui pubblicamente:

se non saluto è perché non ci vedo bene, di conseguenza non riconosco chi ho davanti! Ergo: non sono maleducata, non me la tiro, non penso di avercela solo io eccetera eccetera eccetera.

Non avete la più pallida idea di quante figure di merda abbia collezionato nella mia vita per questo motivo! Infatti, inizialmente, volendo a tutti i costi essere educata, salutavo anche senza la sicurezza di aver messo a fuoco decentemente. Da qui in poi si scatenava una serie di equivoci; la persona salutata mi guardava un po’ basita (della serie, ma questa che vuole da me), io sorridevo imbarazzata e dovevo dare spiegazioni del mio saluto:

“Ah, ma tu non sei mica…? Ah non sei tu? Sei sua sorella? Nemmeno? Ah ok! No, perché siete U-GUA-LI!”

Col rischio poi di imbattersi in qualcuno affetto da logorrea all’ultimo stadio, e rimanere bloccata in una angosciante conversazione su astigmatismo, miopia, cecità e via dicendo.

Un incubo, insomma, per me che se avessi la faccia da culo necessaria il più delle volte fingerei di essere sordomuta onde evitare che la gente mi attacchi bottone.

Ormai ho imparato: se non sono sicura all’ennesima potenza di aver riconosciuto una faccia, non saluto. Ora lo sapete, quindi se doveste incontrarmi e notare sul mio viso un’espressione vaga e incerta chiamatemi per nome e identificatevi. Se mi fingo sordomuta vuol dire che mi state antipatici.

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Chiaro?

Tribolazione numero 3.

Le pulizie

Durante gli anni dell’università ho vissuto in diversi appartamenti e avuto altrettanti coinquilini. Essendo una ragazza approssimativa, l’ordine non è esattamente il mio forte, e le mie camere da letto sono sempre state simili a veri e propri campi di battaglia. Tuttavia negli spazi comuni ho sempre cercato di essere ordinata e rispettosa del prossimo, come richiedono la buona educazione e le più elementari norme di comportamento (wow, sembro anche una seria).

Quindi rispettavo puntigliosamente i turni di pulizia, anche se non nascondo di detestare profondamente qualsiasi tipo di faccenda domestica. Il problema è che, vedendoci male, tutti i miei sforzi venivano vanificati, e puntualmente lasciavo misteriosi aloni sui vetri, macchioline di caffè attorno ai fornelli, mazzi di capelli sul pavimento e tracce di dentifricio sul lavandino del bagno.

Le coinquiline più pazienti fortunatamente non si irritavano; si limitavano a guardare con espressione sconfortata vetri e lavandini non proprio splendenti e ad esclamare:

“Ah, oggi era il turno di pulizia di Francesca.”

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Ve beh, nessuno è perfetto.

E con quest’ultima tribolazione passo e chiudo. Ce ne sarebbero anche altre (tipo quando ti mostrano un foglietto con su scritto qualcosa di misterioso a 15 centimetri dal naso ma a te sembrano geroglifici sbiaditi) ma mi sto dilungando un po’ troppo e non vorrei rischiare di annoiarvi con le mio miop-avventure.

Sono sicura che chi è miope come me si riconoscerà in tutte queste snervanti situazioni. Chi diversamente ci vede benissimo è pregato di immedesimarsi ed empatizzare con noi poveri disgraziati.

Ora vado a stendere la roba. Sempre che trovi la lavatrice.

Ciao a tutte e ricordatevi: se mi incontrate per strada identificatevi o rischiate di perdervi il mio saluto approssimativo!

 

 

 

10 pensieri su “Le tribolazioni dei miopi

  1. Io invece ho una miopia insolita: compromette solo l’occhio sinistro -8 mentre il destro è sano 10/10. Ho avuto tutte le tue sensazioni quando disgraziatamente son dovuta correre al pronto soccorso perchè con il vento mi era entrato e impiantato sulla cornea un cavolo di corpo estraneo……ero ‘na talpa preoccupata proprio. Tu hai mai preso in considerazione l’intervento?

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  2. Io ho scoperto di essere miope a 8 anni e anche i miei primi occhiali erano orrendi (ma anche i miei secondi) 😂😂
    Ho messo le lenti a contatto a 14 anni, praticamente non le toglievo mai (con -9,5 e -10,5 gli occhiali erano un inferno).
    Però la cosa più bella che ho fatto in vita mia è stata operarmi, il giorno che ci ho visto piangevo di felicità.

    (Non lo faccio mai di linkare post che ho scritto, ma ecco: l’operazione l’ho raccontata qui http://www.nonpuoesserevero.it/2015/09/dal-buio-alla-luce.html?m=1 e visto che a me ha davvero cambiato la vita, se puoi farla, facci un pensierino).

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    1. Si, ci ho pensato anche io all’ intervento, anche se adesso non potrei farlo per vari motivi..sono curiosa di leggere il tuo post! Attualmente vivo con le lenti a contatto, gli occhiali (ancora orrendi, nonostante non sia più adolescente da un pezzo) giacciono da qualche parte, insieme alla polvere!

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