Com’era Facebook agli inizi e com’è adesso

Ma…ma…ma…ma voi ve lo ricordate com’era Facebook agli inizi? Avete idea di quanto sia cambiato nel corso degli anni e di quanto sia diventato il protagonista delle vite di parecchi di noi?

Già da un po’ meditavo di scrivere un post su questo argomento, anche perché, pur avendo una pessima opinione di come la gente usi i Social Network, mi rendo conto che ormai siano fondamentali, soprattutto per noi blogger e aspiranti “influencer“.

Tuttavia sono convinta che Facebook, Instagram & company siano delle piattaforme dal potenziale infinito, ideali per farsi conoscere e per conoscere: ad esempio quest’estate ho aperto il blog, e grazie ad un meraviglioso e ben gestito gruppo Fb sono riuscita a farlo crescere, a capire come migliorarlo dal punto di vista tecnico e a conquistare qualche lettore fedele. Beh, ovviamente ho ancora moooooltissimo lavoro da fare, e i miei numeri sono ahimé piuttosto bassi; tuttavia già solo sapere che un centinaio di persone legge volentieri i miei deliri è per me una fonte di grande, immensa soddisfazione.

Detto questo, partiamo col mio ennesimo delirio.

Com’era Facebook agli inizi?

La mia storia con Facebook ha avuto inizio nel lontanissimo 2008, mi pare. Allora lavoravo in un bar gestito da due fratelli annoverabili tra i casi umani della mia vita, abitavo al decimo piano di via Mameli con una di quelle che sarebbe diventata la mia migliore amica e pesavo circa 5 chili in meno.

Ah, bei tempi quelli. I ventenni ancora non mi madame-zonavano (per chi non conoscesse il neologismo in questione: imperfetto indicativo terza persona plurale del verbo madame-zonare, ossia dire scusi signora grazie signora arrivederci signora sa che ore sono signora ad una che ha passato i 30), non dovevo tingermi i capelli una volta al mese e qualche volta rientravo a casa alle due del mattino.

Incredibile che sia esistito un periodo della mia vita in cui riuscivo a interagire dopo le 22.30 della sera con persone diverse dal mio fidanzato.

Va beh.

Ovviamente avevo sentito parlare in giro di questo fantomatico Facebook, ma mi ero incuriosita solo quando le mie coinquiline, tutte iscritte da un po’, me ne avevano spiegato il meccanismo e il funzionamento.

E allora TAAAAAC. In cinque minuti eccomi catapultata nel magico mondo di Faccia di Libro. Essendo alle prime armi e pure un po’ timida le mie prime foto del profilo erano a dir poco agghiaccianti. Guardate e giudicate voi stesse.

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Cioè, parliamone. Anzi, no.

Un intero mondo si era aperto dinanzi ai miei occhi. Passavo pomeriggi interi a far scorrere la Home e a leggere e studiare per filo e per segno tutti i post, i commenti, i like, le foto che i miei contatti pubblicavano. Facevo il confronto tra il mio numero di amici (abbastanza esiguo, lo ammetto) e quello delle mie amiche e conoscenti, sentendomi ogni volta piuttosto sfigata, tipo quando a scuola durante l’ora di educazione fisica venivano composte le squadre di pallavolo ed io ero sempre l’ultima scelta (se volete ulteriori particolari su quanto detesto lo sport leggete qui).

Poi ero entrata in fissa col gioco de La Fattoria, ovvero Farmville, contagiata peraltro dalle mie coinquiline. Se me lo ricordo mi viene voglia di cercare una macchina del tempo per tornare indietro nel 2008 e prendermi a schiaffi.

Voglio dire, La Fattoria!

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Ore passate a scegliere se seminare il campo di zucche, di pomodori o di angurie. I watermelon, anzi, pardon. Infatti il gioco era tutto in inglese. Beh, almeno miglioravo il mio english; quando ho cominciato a lavorare nei ristoranti e nelle gelaterie aver giocato alla Fattoria si è rivelato molto utile.

Le angurie ad esempio fruttavano un bel po’ di soldi, ma ci mettevano 3 giorni a maturare. Cioè, 3-giorni. 3 giorni senza poter fare nulla nella Fattoria, né raccogliere, né seminare di nuovo, né espandersi.

No buono.

Se poi spiavo le fattorie degli altri, disagio. Erano tutte rigogliose, coloratissime, ordinate, splendenti, ricche. La mia era approssimativa, ovvio. Non ero portata per l’orticoltura, nemmeno se virtuale, che vi devo dire. Facevo seccare i raccolti, mi dimenticavo di cosa avevo seminato, di quanti giorni avrei dovuto aspettare per raccogliere, e insomma, un disastro completo.

Le chat di Facebook

E le lunghissime chiacchierate in chat, ve le ricordate? Io mi ricordo che accendevo il pc e , una volta collegata alla pagina di Facebook, aprivo la chat in modo che i miei contatti potessero vedere che ero on line. Quel computer rimaneva acceso anche ore, ma mi scrivevano solo le mie amiche e mia sorella. Ah, e l’ex fidanzato di mia sorella che mi piazzava dei pipponi chilometrici su quanto stesse soffrendo dopo la fine della loro love story. All’epoca ero single, e mi dicevano che Fb fosse una buona occasione per conoscere qualcuno di interessante.

Certo, come no. Per conoscere qualcuno di sicuro. Sull’aggettivo “interessante” mi era sorto qualche dubbio. In tre anni di Facebook infatti avevo “incontrato” due ragazzi fidanzati, un paio di uomini sposati, tre o quattro stalloni in cerca di trombate veloci e “senza complicazioni” e vari amici di penna, ovvero elementi persuasi che il corteggiamento richiedesse la stesura di una Divina Commedia Parte 2-La Vendetta.

Se non altro avevo mollato definitivamente La Fattoria, watermelon e le mie immagini del profilo erano leggermente migliorate.

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Ho detto leggermente, dai.

Com’è diventato Facebook

E adesso com’è Facebook? Come è cambiato? Per certi versi è peggiorato tanto, o meglio, è peggiorato l’uso che le persone ne fanno. Mi riferisco a chi posta ogni minuto della sua vita, da quando si alza a fare colazione a quando avvisa di ciò che sta leggendo, di dove sta andando, di quale film sta guardando e via dicendo. Come se fregasse a qualcuno diverso da tua madre e tuo padre.

Per non parlare delle coppie che si sparano le dichiarazioni d’amore sulle rispettive bacheche, di quelli che filosofeggiano come se fossero i discendenti diretti di Aristotele, di quelli che minacciano di cancellare i contatti che non interagiscono abbastanza, di quelli che inseriscono i countdown aspettando che qualcuno commenti: “Ma perché, dove devi andare?”. E la lista potrebbe allungarsi parecchio, ma mi fermo o rischio di dover affrontare commenti infuocati (anche se i miei pochi lettori sono tutti assai intelligenti, di questo sono sicura).

E poi, lo ammetto, certe fasi le ho passate anche io, e anche io a volte ho scritto qualcosa di mezzo misterioso in attesa che qualcuno commentasse e mi facesse sentire importante.

Disagio profondo.

Però i countdown non li ho mai messi, giuro!

Un altro cambiamento che ho notato riguarda le chat, ma semplicemente perché ormai tutti possediamo uno smartphone ed eventualmente chattiamo dal telefonino. Non esiste più che accendiamo il pc per ore, rendendoci visibili on line e aspettando che qualcuno ci scriva. Poi comunque c’è anche Whatsapp, che è molto più veloce, e chi ha voglia di aprire Messenger?

Ci sono ancora i furbacchioni che lanciano l’amo, chiedendoti l’amicizia e scrivendoti boiate tipo: “Ciao bellissima” o “Sai che conoscevo tuo padre?”o, peggio ancora, ti mandano direttamente la foto del loro walter, come direbbe Luciana Littizzetto.

Eh già. Come se la foto di un pene, per quanto grande, possa impressionarmi al punto da farmi pensare di darmi alla pazza gioia e scatenare i miei ormoni. L’effetto è lo stesso che mi farebbe la foto di boh, un polmone, sappiatelo, cari maschietti approssimativi. Preferisco un selfie di Alberto Angela, mi galvanizza di più.

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Potete darmi torto?

Inoltre, per fortuna nessuno gioca più a La fattoria.

Vero?

Vi prego ditemi che non esiste più.

Comunque. Se vi viene in mente qualche altro cambiamento di Facebook che avete notato nel corso degli anni, scrivetemelo nei commenti. E scrivetemi anche se preferivate seminare zucche o watermelon, e quante foto di peni avete dovuto eliminare!

E come direbbe Cannavacciuolo…

ADDIOS!

 

 

3 pensieri su “Com’era Facebook agli inizi e com’è adesso

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