Auguri, auguri, buon 2018!
Ok, ora cambiamo argomento.
Anno nuovo, gennaio nuovo=saldi. Saldi saldi saldi. Yuhuuuuuuu che figata ragazze, evviva, i saldi, yuppiyaieeeeeeeeee……e invece no.
Infatti adesso vi racconto cosa si prova quando ci sono i saldi ma tu sei mediamente povera e al massimo puoi comprare un paio di calze, come recita il titolo del post di oggi.
Intanto, una piccola premessa. Non ho mai navigato nell’oro, lo stipendio massimo che ho percepito nella mia vita è stato di 1450 euro, e li spendevo tutti, fino all’ultimo centesimo. Non sono una che mette da parte, sarà per l’approssimazione congenita e la completa assenza di lungimiranza; sarà anche perché se mi propongono di uscire a cena a mangiare sushi, e so di poterlo fare senza per questo mancare di pagare puntualmente la bolletta dell’elettricità o l’affitto, dico di si. Certo, dico di si, e sgancio molto volentieri 30/40 euro per un buon sushi piuttosto che infilarli nel salvadanaio (il mio guarda caso non contiene nemmeno i ramini, riesco a spendere pure quelli) in vista di un possibile dentista o di una settimana in Thailandia.
Allo stesso modo (sempre se posso) non rifiuto mai un aperitivo con le amiche, un cinema, una pizzata, e quando vado al supermercato a fare la spesa sono capacissima di acquistare i fusilli agli spinaci (solo perché sono verdi) senza nemmeno guardare l’etichetta del prezzo, manco fossi una nababba. Per la cronaca comunque credo costino più di 3 euro, e si tratta di confezioni da 500 grammi. Ergo, non chiamatemi la maga del risparmio.
La mia attuale situazione economica è abbastanza tragica, ma l’ho scelta di spontanea volontà. Difatti ho preferito lavorare part time e accontentarmi di conseguenza di un salario più basso per potermi dedicare con più calma al blog, alla scrittura e in generale a me stessa. Tutto ciò nella speranza di diventare una blogger famosissima e di non dover adattarmi a svolgere lavori che non mi piacciono e che aumentano sensibilmente i miei livelli di frustrazione e di pessimismo globale, peraltro già abbastanza elevati in situazioni normali.
Quindi, caro pubblico, carissimi fan, carissimissimi sostenitori, fatemi pubblicità e realizzate il mio sogno; poi si va tutti a fare shopping a New York, pago io. Sbrigatevi però, ok? No, perché vado per i 40 e ho il metabolismo lento: ancora un paio d’anni e di chili e andare a comprare pantaloni mi farà girare parecchio i voi sapete cosa.
Bene, nell’attesa della ricchezza e del benessere questo 2018 si apre all’insegna del portafogli vuoto; tanto più che il 15 gennaio andrò a Roma per tre giorni e devo ulteriormente risparmiare in vista di questo mini-viaggetto.
Ammetto che anche possedendo un notevole conto in banca, credo che mi guarderei bene dal comprare borse, scarpe o abiti da 1500 euro e oltre. Poi, mai dire mai, ovvio; eppure sono abbastanza sicura del fatto che dilapiderei tutto il mio patrimonio in viaggi intorno al mondo, accompagnata da una valigia mezzo rotta (no dai, comprerei una valigia decente…ma non di Louis Vuitton), la mia solita borsetta a tracolla e le mie scarpe da 39.90 euro.
Inoltre, detto tra noi, trovo particolarmente difficile da capire il fatto che un cristiano possa alzarsi all’alba nell’intento di precipitarsi davanti ad un negozio qualsiasi, fare una fila chilometrica e usare tre ore di vita per comprare una camicia, o qualunque cosa si voglia comprare. Davvero, mi sfugge. Come si fa? Ma soprattutto, perché? Boh. Litigare con altra gente per accaparrarsi un paio di jeans? Entrare in un qualsiasi punto vendita affollato, non avere nemmeno lo spazio vitale per fermarsi davanti ad un banco e guardare la merce esposta a causa della eccessiva presenza di altri esseri umani? No, grazie.
Io al massimo, anche quando il mio stipendio era pieno, andavo da Zara o da Stradivarius negli orari che reputavo meno “pericolosi”. Diverse volte ho trovato qualcosa di carino da acquistare (in genere qualcosa di nero/grigio con le strisce o i pois) e l’ho lanciato nel primo scaffale a portata di mano non appena ho intravisto la fila chilometrica alla cassa.
Vade retro!
Non sono tagliata per queste cose, mi manca la stoffa. E non sto neanche lì a badare tanto ai prezzi o a controllare se sono stati effettivamente ribassati, tant’è che spesso la finisco irrimediabilmente per acquistare capi della temibile New Collection: che cogliona. Per intenderci: io sono quella che è andata in Tunisia e ha comprato al Suq senza contrattare. Appena mi vedevano arrivare i commercianti si sfregavano le mani e mi stendevano il tappeto rosso. Che cogliona al quadrato.
E quindi niente, i saldi stanno per cominciare ma dal mio borsellino sono fuggite pure le mosche, e ben che vada potrò permettermi un paio di calze e un phard della Kiko…sperando di non vedere troppa roba a pois, altrimenti sono fregata. Non nel senso che comprerò tutto, anche volendo non potrei; però sarà doppiamente seccante ricordarmi che devo rinunciare a così tanti pois che aspettano solo di vestirmi.
Questa dunque è la situazione, ragazze: anno nuovo=vestiti vecchi.
Va beh, è una circostanza transitoria. Il Sagittario non ha più Saturno contro e tutto andrà benissimo. Vero?
Piuttosto voi, che mi dite? Vi piace fare shopping durante i saldi? Se vi va scrivetemelo nei commenti! Nel frattempo io accompagnerò le amiche in giro per negozi e cercherò un paio di calze nuove. Hai visto mai che le trovo a pois.
A presto!
Io te lo dico: se vieni a Roma e mi avvisi posso portarti in tutti i negozi pieni di roba a pois, calze comprese (ne ho diverse paia, ma giuro che sono molto economiche) 😀
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Gilda mi manderai sul lastrico! Comunque ti avviso veramente, magari riusciamo a prenderci un caffè!
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