Via col Vento ovvero come prendere continuamente merda dagli uomini senza battere ciglio

Ah, il magico periodo delle feste! Quello in cui accendi la tv e ti si para dinanzi Alessandra Martinez con la scodella di capelli in testa che fa credere a Romualdo di essere diventato improvvisamente gay. Quello in cui qualsiasi canale trasmette film melensi, dove le famiglie si riconciliano perché è Natale, chi è single trova l’amore perché è Natale e chi ha divorziato si risposa, perché è Natale.

In altre parole: che palle, ragazzi. Che pesantezza.

Meno male che ogni tanto capita di beccare gli intramontabili del cinema, che hai già visto almeno 30 volte stravaccata sul divano vicino a tua madre e a tua sorella, mentre tuo padre giaceva addormentato sulla solita poltrona: tipo C’è posta per te, con la infallibile coppia Meg Ryan-Tom Hanks. Tipo La Principessa Sissi, con l’incantevole Romy Schneider (colei che tutto il mondo femminile ha invidiato almeno una volta nella vita, per essere stata la fidanzata di Alain Delon), che va in sposa a Francesco Giuseppe: una specie di sosia umano di Ken, solo più brutto e più impettito.

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E poi c’è lui, il film dei film. Il vincitore di infiniti premi Oscar, la pellicola che devi guardare dopo aver bevuto litri di caffè visto che dura qualcosa come 4 ore, il cult-movie per eccellenza:

Via col Vento

Io ho pure letto il libro che, in quanto a lunghezza, così come il film, non scherza affatto. Come sempre succede, la trasposizione cinematografica non è all’altezza del romanzo, ma si avvicina, e parecchio anche.

Appunto l’altra sera, mentre appassivo sul divano e facevo un po’ di zapping, sono stata colpita da una musica familiare. Non poteva essere Porta a Porta di Bruno Vespa perché a casa non vedo i canali della Rai, inoltre era troppo presto. Aguzzando lo sguardo, chi ti vedo? Eccola, lei, la mitica, indimenticabile, bellissima Vivien Leigh, alias Rossella O’Hara, alias la donna con il giro-vita più stretto della mia caviglia.

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Non ho cambiato canale. Tanto più che era iniziato da un pezzo, quindi avrei dovuto resistere al massimo due ore. Ce la potevo fare, insomma.

E ce l’ho fatta. Al termine, esausta, ho subito tirato le conclusioni. Una storia meravigliosa, certo, con protagonisti affascinanti e complessi, ma…ma…ma…ragazze.

Ma quanta merda ha preso Rossella dagli uomini?

Una valanga.

Non ricordate? Allora vi rinfresco la memoria.

Ci troviamo a Tara, in Georgia. Qui vive la famiglia O’Hara, di cui fa parte Rossella, ragazza tanto bella quanto viziata e arrogante: una simpaticona, insomma. Oltretutto è innamorata alla follia di un essere biondiccio vitale come un tapiro, noioso all’ennesima potenza: Ashley, altrimenti detto l’ameba parlante.

La prima palata di merda arriva per Rossella proprio da Ashley. L’ameba parlante infatti si fidanza a sorpresa con un’altra ameba: Melania. Se Rossella è insopportabilmente antipatica per eccesso di difetti, Melania lo è altrettanto per eccesso di pregi: una santa donna, sempre sorridente, gentile fino alla nausea e talmente tanto altruista che ti viene voglia di prenderla a schiaffi. Ma lei porgerebbe l’altra guancia, quindi sarebbe inutile.

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Dicevamo dunque. Rossella incassa la notizia dell’ameba-fidanzamento senza battere ciglio e anzi, si dichiara ad Ashley, convinta del fatto che abbia ripiegato su Melania solo perché ignaro dei suoi sentimenti per lui.

Difatti Ashley ascolta la dichiarazione e le risponde: cara Rossella grazie ma tieni un altro po’ di merda, amo Melania.

Per ripicca la ragazza sposa il fratello della ameba-rivale, il quale muore dopo poco tempo, causa la guerra. Da Tara ci spostiamo ad Atlanta. Rossella festeggia la dipartita del consorte e nel frattempo consolida l’amicizia/flirt con il capitano Rhett Butler, una sorta di Dumbo baffuto, abbronzato e senza peli sulla lingua: l’anti-Ashley, insomma.

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La vita continua, e dopo una visita coniugale del marito, Melania rimane incinta: altra merda per Rossella.

Intanto la città viene assediata, e la moglie di Ashley azzecca il momento più propizio per farsi venire le doglie. Rossella riesce a farla partorire, poi chiede l’aiuto di Rhett per fuggire da Atlanta e tornare a Tara. L’uomo le accompagna fino a metà strada, scende dal carretto, capovolge Rossella con una pomiciata da urlo e la abbandona al suo destino. Ulteriore merda.

E questo è ancora niente. Le due giovani raggiungono Tara ma la trovano praticamente distrutta; in più la madre di Rossella è morta, il padre ha perso vari neuroni e non c’è niente da mangiare. Come dire, bene ma non benissimo.

Dal fronte torna pure Ashley, che si rivela utile per mandare avanti la tenuta come potrebbe esserlo un puma in una barca a vela. Rossella però è testarda: lo bacia a tradimento, lui sembra anche abbastanza contento, poi ritira la lingua e la respinge frignando il nome di Melania. Pesante come Padre Ralph.

La ragazza si rifà con un altro matrimonio, sposando uno a caso: il fidanzato della sorella. Che amabile donna. Destino infausto vuole che anche questo disgraziato muoia e la vedova si ritrovi nuovamente senza un marito, ma ancora con la fissa di questo benedetto Ashley.

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Rhett Butler, che nel frattempo è rimasto a guardare, decide di passare alle maniere forti. Va da Rossella, la stravolge limonando forte, poi le chiede di sposarlo:

Rossella, sposami! Ti amo, ti ho sempre amata!

NO.

Rossella sposami. Sono ricco, ricchissimo e bacio bene.

OK.

I due quindi si sposano, e hanno pure una figlia, Diletta. Rhett è innamoratissimo, ma Rossella proprio non ce la può fare: continua a smaniare per l’ameba e non pensa ad altro. Da qui in poi la tragedia si compie: muore Diletta e muore pure (finalmente) Melania. Rossella va al funerale tutta agghindata, si apparta con Ashley e alleluia, capisce che amava davvero la moglie (nonostante due o tre pomiciate con Rossella nel corso della storia; va beh, dettagli). Colpita da questa nuova palettata di merda e da questa rivelazione, Rossella corre subito ai ripari:

Che pathos, eh? Clark Gable che, con quel sorrisino sghembo da simpatica canaglia dice a Rossella:

Francamente me ne infischio!

merita un’ovazione. Allo stesso tempo un’ovazione per il coraggio della protagonista la quale, dopo questa ennesima dose di merda, non batte ciglio e invece di nascondersi da qualche parte guarda speranzosa l’orizzonte ed esclama:

Domani è un altro giorno!

Viva l’ottimismo.

Passiamo alla morale della storia: cosa abbiamo imparato da Rossella?

  • prendere merda dagli uomini è rischioso: poi ti ci abitui e perseveri nella sua accettazione
  • tra una merda e l’altra capita che un tizio figo e straricco ti voglia sposare: in tal caso accettare la proposta e tenersi stretto il marito, evitando di smaniare dietro ad amebe già ammogliate
  • ripetersi il “domani è un altro giorno” come fosse un mantra: magari funziona e succede che davvero domani è un altro giorno.

E qui vi lascio, è l’ora del caffè pomeridiano. Voi cosa farete?

Ah no, non ditemelo. Non me ne frega nient…ehm, francamente me ne infischio.

Ciao!

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