Ieri sera stranamente non riuscivo a prendere sonno, e come al solito ho iniziato a divagare con i pensieri, accumulando seghe mentali sulle cose più assurde. Ad un certo punto mi sono incantata a rimuginare su un film che ho visto sola a metà, cercando di capire come sarebbe finito; sono pure riuscita a ipotizzare un certo tipo di epilogo tristissimo, e dopo averlo visualizzato il disagio mi ha investita, tanto che ora non so nemmeno più se continuerò a guardarlo.
Va beh.
Da lì ho fatto questo volo pindarico che davvero, nemmeno Pindaro in persona, e sono arrivata a ricordare i tempi in cui non esisteva ancora il cellulare e non si potevano mandare i messaggi.
Cioè, parliamone.
Come cavolo facevamo a vivere senza? Ve la immaginate ora un’esistenza nella quale se avete un appuntamento e l’ormone pre-mestruale vi assale, decidendo che siete depresse e che non è proprio il caso di levarsi il pigiama, voi non potete paccare?
Terribile.
Per non citare quelle orride circostanze per le quali, giusto un’ora prima di un importante appuntamento, ti sorprende il cagotto molesto, oppure la lavatrice butta fuori acqua come le cascate del Niagara, o un pezzettino di lente a contatto ti rimane incollato alla pupilla, non riesci a toglierlo e non puoi uscire perché gli occhiali sono rotti e tu sei tremendamente miope (true story, mi è successo proprio ieri mattina: mainagioia).
Comunque.
Siano benedetti i messaggi: gli SMS che tanto usavamo anni fa, Messenger e Whatsapp che vanno per la maggiore attualmente. Siano benedetti, certo; ma guardiamo anche l’altro lato della medaglia.
Per esempio.
Vi è mai capitato di digitare un particolare messaggio e inviarlo alla persona sbagliata, causa distrazione, miopia esagerata o cellulare auto-gestito?
A me, c’è bisogno che ve lo dica? Mi è capitato, e un po’ più di una volta, perché sono approssimativa e pure recidiva. Nel senso che quando faccio le cazzate sono talmente brava che mi chiedono il bis. Poi figurati, con questa storia dei messaggi sul telefonino ho collezionato una serie impressionante di figure di merda, roba che è un miracolo che alcune persone mi salutino ancora quando mi incontrano per strada.
Adesso ve ne racconto una.
Anni fa lavoravo in un bar insieme a due ragazze, una delle quali era diventata una mia grande amica; la seconda invece mi stava sulle palle, moltissimo, per diversi motivi che ora ricordo appena. All’epoca Whatsapp ancora non esisteva, quindi si utilizzavano gli sms. Fatto sta che io e l’altra ragazza (quella simpatica) avevamo pensato di uscire insieme a bere un aperitivo, ma per farlo in quel dato giorno avevo necessità di chiedere un cambio turno all’altra (=quella antipatica).
Insomma, in breve la collega antipatica, via messaggio, mi aveva detto che non poteva concedermi il cambio. Subito avevo mandato alla collega amica un altro sms, che recitava più o meno così:
Ciao F., quella troia di R. non mi dà il cambio, dobbiamo organizzare per un altro giorno.
Ora, ragazze, sorvoliamo sul fatto che il termine troia fosse senza dubbio esagerato, considerata la circostanza. Ma tenendo considerando che questa tipa mi stava sulle scatole in maniera importante, e non trascurando la mia tendenza al linguaggio scurrile in determinate occasioni…no va beh, dai. Avevo esagerato, e basta.
Il bello è che il messaggio in questione lo avevo inviato proprio alla tr…ehm, alla collega poco simpatica. E come accennavo poc’anzi, non esisteva ancora Whatsapp, né la funzione “cancella messaggio”(che tra l’altro devo ancora imparare ad usare; sarà meglio mi sbrighi).
Non vi dico la mia faccia quando mi sono accorta dell’errore. Volevo morire. Volevo licenziarmi e non vedere più quella persona. Volevo cambiare numero di telefono, trasferirmi in Patagonia e farmi cambiare i connotati da un chirurgo plastico.
Disperata, avevo chiesto consiglio ad un’amica, che mi aveva suggerito di scusarmi adducendo l’ira funesta causata dal cambio-turno non concesso; inoltre, per giustificare l’epiteto offensivo del quale mi ero servita, la strategia fenomenale di difesa era la seguente: spacciarmi per una che chiama tutte le donne affettuosamente “troia”.
Affettuosamente. Cioè, tipo “troia” al posto di “ciccia”, “chicca” o simili.
Geniale, proprio.
Che figura di merda.
E quella poi, ovviamente, una volta letto il messaggio, mi aveva risposto incazzata nera, insultandomi calorosamente, non certo affettuosamente, e meritatamente, direi, no?
Alla fine, dopo qualche giorno di gelo artico, avevamo risolto la cosa in modo “pacifico”, in questo senso: la nostra reciproca antipatia da quel dì in poi era andata avanti serenamente, dato che oramai era uscita allo scoperto grazie al mio poco sapiente uso del cellulare.
Beh, ma non sono mica l’unica a combinare questi casini. Giusto?
Infatti la scorsa estate un’altra mia amica ha mandato all’aria una probabile e infuocata storia d’amore, proprio a causa di un equivoco “messaggistico”.
In pratica aveva conosciuto un ragazzo americano, in vacanza in Sardegna, che parlava solo inglese. La mia amica l’inglese lo mastica e lo masticava a malapena, quindi, per riuscire a comunicare con lui via Whatsapp, si era avvalsa dell’aiuto di un amico, che invece l’inglese lo conosceva bene, e di numerosi screen shots. Nel vortice dei messaggi incrociati a un certo punto si era confusa e aveva mandato al tipo americano lo screen shot dei messaggi che lui le aveva inviato e, conseguenza? Il quasi futuro fidanzato era diventato immediatamente ex, saltando a piè pari tutta la parte migliore della storia.
Però. Che permalosi, questi americani.
Ma tant’è. Di figuracce simili potrei raccontarvene almeno altre dieci, ma direi che già solo queste due sono abbastanza esemplificative.
Piuttosto: mi raccontate alcune delle vostre peggiori figure di merda derivate dal poco sapiente uso del cellulare? Dai, dai, lo so che anche voi siete campionesse in questo campo, non posso essere l’unica ragazza approssimativa esistente al mondo!
Aspetto i vostri commenti, e nel frattempo mi lascio prendere dalla nostalgia riguardando questa foto:
Sono proprio anziana.
Sì, mi è successo quando ho scritto per sbaglio ad un mio ex, invece che al ragazzo con cui uscivo, citando entusiasta dettagli della serata e avvisandolo che avevo scordato delle cose a casa sua.
La parte imbarazzante è stata che il mio ex ha pensato che fosse una specie di strategia per riavvicinarmi! 😐
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L’ inguaribile ottimismo degli uomini!
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Io ed i miei colleghi abbiamo un gruppo whatsapp, dove spesso scriviamo boiate inerenti al lavoro, con tanto di nomi in codice per persone che lavorano con noi, tipo: il nostro capo lo chiamiamo Sid, perché è uguale al personaggio dell’Era glaciale e così via. In questo gruppo, per pura educazione abbiamo aggiunto un’altra collega che sta sulle balle a tutti, lei non partecipa mai alle discussioni e io ho avuto la tendenza a dimenticare la sua presenza. L’altro giorno ho scritto sul gruppo “Se magari C.muovesse il culo e lavorasse invece di nascondersi al cesso a fumare!” …..Non mi parla più da una settimana.
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Ahahahahaha dai…che figuraccia! Io pure ho il gruppo ufficiale di lavoro che comprende anche i miei titolari e ho il terrore di fare errori del genere!
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