Sanremo degli orrori (anche detto Sanremo approssimativo)

Anche quest’anno è arrivato, e chissà se sarà un Sanremo degli orrori, come alcuni di quelli che la mia memoria approssimativa non è mai riuscita a cancellare.

Puntuale come le tizie che ti chiedono l’amicizia su Facebook per poi propinarti programmi di salute e benessere (=per farti dimagrire: a proposito, con me non attacca. Nessuno può separarmi dalla Nutella), inevitabile come l’herpes dieci minuti prima di un appuntamento galante, Sanremo approda sui nostri schermi televisivi tra pochissimi giorni.

Perché Sanremo è Sanremo. Paraappapapapapapa, parappapapapapa, parappapapapapapapapapa, paaaaaapapa...ok, non ci riesco a dire/scrivere questa frase senza mettermi subito a canticchiare in automatico parappapa eccetera eccetera.

Sarà che di Sanremo ne ho visti talmente tanti, ma talmente tanti…quando ero piccola si trattava di un evento, un qualcosa che dovevi guardare quasi per forza, anche perché comunque sugli altri canali trasmettevano boiate, ben sapendo che mezza Italia si sarebbe sintonizzata su Raiuno.

Da circa cinque anni a questa parte mi risparmio di assistere alla kermesse canora sanremese, un po’ per via dei miei gusti televisivi, che col tempo sono radicalmente cambiati (ormai seguo esclusivamente film, serie tv e programmi di cucina, anche se a malapena so fare la pasta in bianco), un po’ per distrazione: nel senso che mi dimentico di Sanremo, altrimenti forse un’occhiata gliela darei pure, così, per risvegliare vecchi ricordi di quando ero giovane.

E dato che ci siamo, risvegliamoli questi ricordi, va! Chissà che non mi “sanremizzi” di nuovo e la smetta di guardare Masterchef e i programmi di Alessandro Borghese come se avessi la più pallida idea di quanto deve bollire un uovo per diventare sodo.

Quali sono quindi gli orrori di Sanremo che mi sono rimasti più impressi (partendo ovviamente dalla fine degli anni ’80, dato che sono nata nel 1979 e prima dei sette anni conoscevo solo i cartoni animati)?

1989: Sanremo approssimativo

Sanremo approssimativo=conduttori approssimativi:

  • Danny Quinn, il figlio del grandissimo attore Anthony, l’indimenticabile protagonista di Zorba il Greco; dopo questo Sanremo, non l’ho mai più sentito nominare…avete sue notizie?
  •  Rosita Celentano, più nota per essere la figlia di Adriano, la nipote della terribile insegnante di Amici, Alessandra, e l’ex fidanzata di Jovanotti, particolare di cui mi sono ricordata in questo istante…magic moments.
  • Gianmarco Tognazzi, anche lui figlio d’arte, sopravvissuto al fiasco sanremese grazie alle sue doti di attore
  • Paola Dominguin: ma chi cazzo è?

Diciamo che se mi avessero piazzata al centro dell’Ariston con un bel vestito e un copione in mano, forse sarei riuscita a fare meno figure di merda di loro quattro messi insieme. Date un’occhiata al video:

Questo è davvero imbarazzante, quasi più della frangetta della Celentano.

Altrettanto imbarazzante una delle esibizioni canore del medesimo anno:

Jovanotti, tutto rivestito in jeans, col cappello da cowboy che ancheggia come Elvis Presley, circondato da chitarristi capelloni (uno dei quali tiene in mano una chitarra rosa shocking) che mi ricordano tanto Mirko e i Bee-Hive di Kiss me Licia, costituiscono senza alcun dubbio una delle memorie sanremesi più sconcertanti.

Sanremo 1992: Alessandro Canino parla al mio cuore

Un ragazzo con una acconciatura anni 20 e delle sopracciglia interessanti canta la storia di una ragazzina sfigata che durante la festa del suo compleanno non viene cagata nemmeno di striscio dai compagni di scuola. Tutti tranne uno che segretamente la ama, nonostante continui a chiamarla brutta per l’intera canzone.

…Bruttaaa,

Lo vedi che non sei bruttaaaaa,

Ti guardi e ti vedi bruttaaaaa…

Oh, e basta! Poi certo che mi sento brutta, a forza di sentirmelo dire!

E poi:

…Qui nel tuo diario

Di nascosto leggo il tuo dolore solitario…

Che cazzo leggi il mio diario? Come ti permetti? Sarò anche brutta ma non deficiente.

Va beh, un’altra canzone da scordare che invece non ho scordato mai. Riascoltatevela!

 

Sanremo 1995: i Dhamm spaccano…ah no

Un giovanotto a metà strada tra Jon Bon Jovi e Axl Rose con addosso una camicia terrificante ammicca verso la telecamera con due innocenti occhioni azzurri che annullano il lavoro eseguito da parrucchieri e stilisti per darci l’impressione che sia un bad boy. La canzone parla di amore sole cuore e tutte quelle cose che finiscono in -ore e piacciono tanto a Sanremo. Il cantante si chiama Alessio Ventura ed è il leader dei Dhamm (denominazione derivata dall’unione delle iniziali dei membri della band, con l’aggiunta della lettera H in mezzo al cazzo: trovata geniale, vero?).

Tiè, beccatevi la hit: “Ho bisogno di te”, ma prima bevete un litro di caffè: è una melodia soporifera.

 

Sanremo degli orrori 1997: Silvia Salemi e il suo tutumciapatumpatumcia

Arriva sul palco questa ragazza magrolina, vestita interamente di nero, semplicissima, con un viso perfetto e i capelli rasati: splendida. Inizia a cantare e wow! Che bella voce, che bella canzone.

Poi boh.

Oh certo che provo qualcosa per te

Ma dire amore è impossibile

E’ l’epoca del tutumciapatumpatumcihastordito il cuore

Scusa, Silvia, hai detto? tutumciacosa?

Cos’è, una roba alla Celentano, il prisencolinensinainciusol all right?

E niente, il tutumcia mi aveva stordita davvero, che dire. Mai dimenticato.

 

Sanremo degli orrori 2002: Batte forte inesorabile. Cosa? L’amore, ovviamente.

Un Pippo Baudo meno spumeggiante del solito presenta incerto le Lollipop, un gruppo di ragazze appena uscite vittoriose da un talent per girlband (se non erro): Popstars. Il loro primo singolo, Down Down Down, aveva avuto un discreto successo (e io sognavo di impararne la coreografia): il palco dell’Ariston prometteva abbastanza bene, ma.

Intanto Baudo le introduce dicendo che canteranno un pezzo “spensierato, carino, divertente, fatto per noi ragazzi”. In pratica afferma che la canzone sarà una merda.

Poi queste cinque gnocche si piazzano al centro della scena in formazione triangolo e attaccano un balletto che in confronto a loro le veline di Striscia sono danzatrici del Bolshoi di Mosca. Oltretutto sono talmente stonate che ti vien voglia di andare al parco a sentire le oche. Poi va beh, le parole della canzone sono abbastanza ovvie:

…batte forte inesorabile l’amore senza limite non passerà la voglia che ho di te ora che ti sento…

Vado un attimo in bagno, scusate.

Bene, potrei proseguire per ore con questa rassegna del Sanremo degli orrori, ma ho bisogno di una pausa. Magari scrivo un altro Sanremo-post nei prossimi giorni, anche se ho saputo che LUI non ci sarà nell’edizione 2018:

Sanremo-degli-orrori.jpg

Ma vogliamo scherzare? Che Sanremo è senza Vessicchio a dirigere l’orchestra???

Io protesto.

Rifletterò su questo fatto e stabilirò se guardare o meno il Festival. Vi renderò partecipi della mia decisione.

Nel frattempo, via libera ai commenti! Quali sono le edizioni sanremesi, e soprattutto le canzoni che più vi sono rimaste impresse (sia in positivo, sia in negativo)?

Attendo fiduciosa i vostri pareri.

P.s: tutmciapatumpatumcia.

 

17 pensieri su “Sanremo degli orrori (anche detto Sanremo approssimativo)

  1. Solo tu potevi far riemergere dal limbo della mia memoria le lollipop!
    A proposito di memoria… avrei scommesso la casa che tra i quattro peggiori conduttori del festival ci fosse Gassman. Il padre gli avrà evitato la figura di emme che gli altri illustri padri non hanno saputo arginare. Maaaa…. Domenguin la figlia del toreador????

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  2. Avevo rimosso questi orrori! A me non piace proprio la tv italiana, la trovo noiosa e malfatta (ok sono una snob che guarda solo la BBC) però devo dire che mi sono innamorata di Occidentali’s Karma che invece è uscita proprio al Festival di San Remo. Senza il Maestro Peppe Vessicchio comunque il festival perde di significato, il motivo per cui milioni di italiani continuavano a guardarlo…

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  3. Quanti ricordi questo post di Sanremo…
    Io sono una fan di Jovanotti da sempre quindi ricordo perfettmente che per me era un mito vestito anche da cowboy… però diciamocelo senza Vessicchio il festival potevano anche chiuderlo, io ero convinta che quest’anno avrebbe copresentato

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  4. Io e mia sorella da ragazzine compravamo il ‘Sorrisi e Canzoni’ x i testi delle canzoni di Sanremo. Registravamo le canzoni su videocassetta e poi ci divertivamo a cantarle. So che sembra una cosa scema, ma a quel tempo era divertente! Adesso lo seguo meno, anche se secondo me oggi si è molto svecchiato rispetto al passato. Ti ricordi che Canino aveva un completo verdino???😅😅😅

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  5. Ognuno ha quel che si merita: gli USA il Superbowl, il Brasile il Carnevale di Rio e noi Sanremo.. Certe cose non me le ricordavo proprio ma Brutta l’ho cantata al matrimonio di mio fratello (ho anche il video), altro che Sanremo! 😁

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