Stamattina avevo intenzione di scrivere un post su tutt’altro, ma guarda un po’, oggi Facebook ha veramente rotto, e mi ha fatto cambiare idea. La mia home, e da quanto ho potuto constatare quella di tutti i miei contatti, è infatti intasata da 4 notizie principali:
- la festa del papà
- la vigilia della primavera
- la giornata della felicità
- la nascita di Raviolo. Ah no, di Leone. Va beh, il parto di Chiara Ferragni, ci siamo capiti
Prima di continuare, premetto che le mie intenzioni non sono polemiche. Non appartengo alla schiera di quelli che disdegnano Facebook per via di un atteggiamento da finta intellettualoide con la puzza sotto il naso, anzi. Sono cellulare-dipendente, Facebook-dipendente e sì, mi piace anche farmi i cazzi degli altri ogni tanto, soprattutto quando i miei sono finiti, non ho nuove serie-tv da guardare e mi sto annoiando.
Detto ciò, da questa mattina ad ora non posso negare che il caro Faccia di Libro mi abbia seriamente maciullato i coglioni. Ci sono quei giorni lì, quelli in cui tutti gli iscritti pare vengano contagiati in massa dall’argomento del giorno. Non vi sarete certo dimenticati della paranoia generale causata dalla pubblicità del Buondì Motta, o del delirio generato dalla polemica sui cazzo di sacchettini del supermercato a pagamento, vero?
Bene, oggi l’epidemia si è un po’ diversificata, e ha toccato varie tematiche, che sono appunto le seguenti:
La festa del papà
Ok, era ieri, ma ho trovato parecchi residui anche oggi. In realtà, niente da obbiettare su questo. Ho letto con piacere dei post molto carini, pieni di sincero affetto e dolcezza nei confronti del proprio padre. Io mi sono anche dimenticata di fare gli auguri al mio, ma ci sta, sono approssimativa e poi questo per me, detto senza peli sulla lingua, è un periodo di merda, quindi mi auto-giustifico.
Però una cosa la voglio scrivere: auguri, babbo! Anche se in ritardo, anche se sono super-incasinata, ti voglio bene!
La vigilia della primavera
Eh già, domani comincia ufficialmente la primavera.
Mentre digito questa frase, sto ancora aspettando che arrivi la bombola per la mia stufa a gas, ho la borsa dell’acqua calda (ormai tiepida) poggiata sulle cosce, i piedi gelidi e il cappotto sulle spalle (la copertina l’ho messa a lavare).
Ah, fuori c’è un vento della madonna, un’umidità pazzesca, piove, fa freddo e ripeto, la bombola non è ancora arrivata. Per la cronaca, la sto aspettando dalle 13.00. Al telefono mi avevano parlato di primo pomeriggio, e per quanto mi riguarda ho capito che io e il negozio di bombole abbiamo una concezione differente del tempo. Perché per me il primo pomeriggio è finito alle 16.00. Poi magari mi sbaglio.
Comunque. Sono esattamente le 17.18.
Ciò significa che rischio l’infarto per eccesso di incazzo. Tra mezz’ora richiamerò (ho già sollecitato 30 minuti fa) e spaccherò il timpano a forza di urlare a chiunque avrà la sfortuna di rispondere.
Quindi sentir parlare di primavera mi fa un po’ specie, sapete com’è.
La giornata della felicità
Vorrei sapere da quando cacchio esiste questa giornata e soprattutto: perché.
Lungi da me adesso impelagarmi in un trattato sul concetto di felicità, a malapena ci riuscivano i filosofi, figurarsi io.
Però, una cosa la dico: per me la felicità è sopravvalutata. Lo afferma una che è consapevolmente infelice. Lo so, lo so, non mi manca niente, sono in perfetta salute, non sono ricca ma i soldi non fanno la felicità (e comunque vorrei provarla prima, questa cosa dell’avere tanti soldi: così, giusto per verificare di persona), c’è gente che sta peggio eccetera eccetera eccetera.
Tuttavia mi ricordo sempre la scena finale di un film di Paolo Virzì, Ovosodo, dove il protagonista, ormai giunto ad una situazione di semi-serenità, spiega di continuare stranamente a sentire:
“Quella specie di ovo sodo dentro, che non va né in su, né in giù, ma che ormai mi fa compagnia come un vecchio amico”
Beh, non avrei saputo usare parole più adatte.
Caro ovo sodo, siamo io e te, te ed io, e la felicità per ora non abita da queste parti. O forse è nascosta in un barattolo di Nutella.
Il figlio di Chiara Ferragni
Ripeto, non per atteggiarmi a radical chic, e ovviamente sapevo per sentito dire e per assidua frequentazione dei Social che la Ferragni era incinta, che nonostante ciò al sesto mese continuasse ad avere meno pancetta della sottoscritta, che il padre fosse Fedez. Ma la storia di Raviolo mi era sfuggita.
Ci ha pensato Facebook a rendermi partecipe di questa simpatica chicca della coppia più glamour d’Italia. In pratica pare che i piccioncini durante i nove mesi d’attesa abbiano affibbiato al piccolo l’affettuoso soprannome di “Raviolo”.
Ora il piccolo è nato, ed è stato chiamato Leone.
Ecco, io mi chiedo: come siamo passati da Raviolo a Leone?
Va beh.
In ogni caso, ammettiamolo: da 1 a 10 quanto cazzo ce ne frega del figlio di Chiara Ferragni e Fedez, di come l’abbiano chiamato, di quanti chili pesa e via dicendo?
A me sinceramente in questo momento frega solo della bombola, che per inciso non è ancora arrivata.
Alla faccia della primavera, della giornata della felicità, dei Ravioli che diventano Leoni e di tutte le stramaledette ragioni per le quali oggi Facebook ha rotto il cazzo.
Beh, richiamo il negozio di bombole, che è meglio. Voi beccatevi la clip del giorno:
Io ti farei una statua giuro! Poi Mark si chiedeva perché per un anno ho deciso di staccarmi da Faccia Libro…..se non fosse stato per il blog probabilmente non sarei tornata. L’algoritmo rompe solo dove vuole lui. Dicevano che avrebbero dato più spazio a familiari e amici, ma allora perché io vedo solo Leone e cavolate varie? E chi lo sa!
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Guarda, anche io se non fosse per il blog butterei il telefono e il computer!
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Dai, non sapevo fosse già nato Leone 😊
Per il resto le notizie mi sono arrivate fresche fresche 😊
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Almeno sei sfuggita alla Raviolo-epidemia!
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Ovosodo è un film che adoro, quando uscì mi presi una cotta per Marco Cocci (che ora mon sopporto), lo vedevo sempre a ballare… Pensa come ero messa male, altro che Leone e Raviolo. A me comunque il nome Raviolo piace! 😂
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Anche io sinceramente lo preferisco a Leone, mi fa tanta simpatia
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Dice mio padre: “i soldi non fanno la felicità, ma la aiutano molto”!
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Tuo padre dice bene!
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Che giornata intensa eh? Sono anche un po’ preoccupata per il tizio della bombola del gas (non sapevo esistessero ancora)… é sopravvissuto alla tua furia?
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Sopravvissuto, si…habemus bombolam!
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Io è da domenica che mi sto congelando e i miei programmi prevedevano tutto tranne nuove ondate di freddo. In più sti gg son stati tutto tranne che normali quindi implodano loro e la felicità. Ah per renderti l’idea di questo bel periodo ho due count down sul cell di circa un mese…tolleranza a meno infinito!
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Siamo in due allora…noi e i nostri ovi sodi!
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Beh, per fortuna quando voglio passare due minuti in allegria, ti vengo a cercare. Questo post mi era sfuggito perché ero con il mio nipotino. Hai ragione quando dici che ci maciullano quello che non abbiamo con tutte queste notizie globalizzate. Se ti fa piacere, ma anche no, a me è andata peggio. C’è stata un’altra notizia da noi nel frattempo: una piccola scossa di terremoto…. e ho detto tutto!!!!!!!
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Aiuto! Posso solo immaginare!
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