L’insostenibile pesantezza di Settimo Cielo e del Reverendo Camden

Tra tutte le serie tv che sono riuscita a seguire durante la mia adolescenza, prima che i miei gusti cambiassero e soprattutto prima che venissi a conoscenza dell’esistenza del Trono di Spade, quella in assoluto più indigesta e insopportabile è Settimo Cielo.

La cosa stupefacente è che, nonostante la profondissima stucchevolezza di questo telefilm, io e i miei fratelli l’abbiamo guardato quasi fino alla fine, e si parla non di qualche episodio random, ma di UNDICI interminabili stagioni da 22 episodi ciascuna.

Undici stagioni.

22 episodi.

Roba per stomaci forti, e a quanto pare il mio lo era se ho potuto nell’impresa di tollerare lunghissime puntate di altrettanto lunghissimi sermoni su ogni minimo aspetto della vita, dal bere il caffè al come sprimacciare i cuscini fino ad arrivare agli argomenti più scabrosi, tipo andare al cinema con qualcuno del sesso opposto.

Ma ripassiamo un attimo la situazione.

Ci troviamo in California, per la precisione a Glen Oak, piccola città inventata di sana pianta. Protagonista di Settimo Cielo è una grande, grandissima famiglia capitanata da due figure che definire opprimenti sarebbe un eufemismo.

Il pater familias è il reverendo Eric Camden, un pastore protestante che, quando non è in chiesa, non trova di meglio da fare che massacrare le palle ai figli e impartire loro austerissime regole anche su come pulirsi il culo dopo aver cagato. Nei ritagli di tempo non disdegna calienti tête-à-tête con la rispettiva consorte, la detestabile Annie, cercando oltretutto di metterla incinta ogni due per tre, benché entrambi abbiano ormai superato i cinquant’anni.

La moglie, per l’appunto, una povera disgraziata con un discutibile taglio di capelli e una frangia incredibilmente ed esageratamente bombata, fa la mamma e la casalinga: di solito la vediamo inquadrata mentre affetta carote per un immaginario quanto improbabile minestrone, cosa abbastanza strana dato che siamo abituati a vedere in tv famiglie americane che bevono misteriosi intrugli da giganteschi bidoni di plastica custoditi in frigorifero e si sfondano di purè, fagiolini, hamburger e patatine fritte.

Ma con due genitori così non si può che mangiare sano…le patatine del resto potrebbero fomentare pensieri impuri.

Un’altra delle attività preferite di Annie è sfornare marmocchi come se non ci fosse un domani e sciorinare predicozzi ai figli su quanto sia pericoloso e letale il sesso. Certo, lo sa bene lei, che tromba ininterrottamente col maritino/ pastore/reverendo e ha passato più tempo incinta che sotto la doccia o a farsi la ceretta. Difatti la coppia ha scodellato la bellezza di cinque figli, che già sarebbero un’enormità. Non paghi di questa risibile cifra ed evidentemente troppo ansiosi di trasmettere la sesso-fobia ad altri innocenti pargoli, nel corso della terza stagione si regalano ben due gemelli, arrivando a quota sette.

Sette figli, di cui due adolescenti, uno in piena pubertà, due piccoletti tra i dieci e i cinque anni logorroici come pochi e due neonati. Una casa piuttosto gremita, e che fai, non ci metti anche un cane?

Ovviamente si.

Boh, io credo che sarei morta.

Ma appunto, parliamo un po’ dei disgraziati figli di questa coppia giuliva. In poche parole ‘sti ragazzi vivono nel costante terrore di rivelare anche le più insignificanti idiozie ai genitori e per evitare pipponi senza fine persino su come lavarsi i denti fanno qualsiasi cosa…con scarsi risultati, dato che vengono puntualmente colti in flagrante e puniti con ulteriori pipponi superlativi e niente pizza per tre mesi.

Ma come può essere visto il sesso in una famiglia del genere?

Chiaramente è un tabù, una roba della quale si può parlare intorno ai 30 anni o giù di lì…ma soltanto parlarne, attenzione, perché la maturità giusta per avere dei rapporti, secondo il parere di Reverendo e consorte, arriva intorno ai 35/36.

Quando uno/a dei figli/e chiede umilmente il permesso di uscire con un ragazzo/a si apre un dibattito. Inizialmente i genitori si passano la palla:

Chiedi a tuo padre.

Tua madre che dice?

Ha detto di chiedere a te.

Ok, allora no.

Segue una timida ribellione da parte del richiedente, che avanza qualche ipotesi migliorativa:

Andiamo al cinema, viene con noi anche il padre di tizio/a e una guardia giurata, guardiamo tre quarti d’ora di film poi rientriamo subito a casa scortati da una squadra di ninja.

No.

Guardiamo 30 minuti di film, guardia giurata, ninja e mi metto le mutande di ferro.

Ok, ma prima devi presentarmi il tizio/la tizia con cui esci.

Seguono le presentazioni, o meglio, gli interrogatori ai malcapitati di turno: fuoco di fila di domande per lo più imbarazzanti e indiscrete:

Quanti anni hai?

Di cosa si occupano i tuoi genitori?

Che intenzioni hai con mio/a figlio/a?

Cosa pensi riguardo il matrimonio?

Vai in chiesa regolarmente?

Qual è il tuo sermone preferito?

Recitami a memoria un passo della Genesi.

La cosa strabiliante è che nessuno scappa, anche perché tutti i pretendenti sono comunque convinti di riuscire a trombare, nonostante tutto.

Poveri illusi.

L’influenza reverendiana è talmente forte che i figli del pastore escono in piena paranoia, col terrore che il tizio/la tizia passi direttamente da una pomiciata ad un vero e proprio stupro e se soltanto capita uno sfiorarsi delle dita il giorno dopo vanno a confessarsi.

In genere poi, durante l’appuntamento, succede sempre qualche casino (tipo un paio di semafori rossi) per il quale c’è un ritardo di circa tre minuti e mezzo e il coprifuoco non viene rispettato.

Allora lì son cazzi.

Fioccano le punizioni, severissime: niente tv e niente uscite per due mesi, volontariato forzato, pulizie di primavera, preparare minestrone per sei settimane di seguito, andare in chiesa ogni sera a pregare, memorizzare il passo della Bibbia dove si parla di Sodoma e Gomorra.

Insomma, una casa di gente disturbata. Quello che sembra il più sano di tutti è il cane, che guarda caso si chiama Happy (=felice). O forse è solo completamente rincoglionito, ma con dei padroni così è il minimo.

Undici stagioni di autentica pesantezza.

Poi scopri pure che Stephen Collins, ovvero l’attore che ha dato il volto per anni al Reverendo, è stato recentemente denunciato per molestie su minori…fa un po’ specie, no?

Vi lascio con un video che ho trovato stamattina su You Tube, giusto per alleggerirci un attimo, e se vi va spiegatemi nei commenti quanto odiavate Settimo Cielo…perché lo odiavate anche voi, vero?

 

 

12 pensieri su “L’insostenibile pesantezza di Settimo Cielo e del Reverendo Camden

  1. Appena ho letto il titolo mi sono fiondata a leggere il post! Anche io ho visto tutte, dico tutte, le puntate ma più che altro per il figo del figlio grande! Sarà che non sapevamo ancora cosa volesse dire vedere un SERIE TV in maiuscolo, ma alla fine Seven Even non era poi così male!

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  2. Io ricordo la puntata in cui ospitano un ragazzo francese e scoprono che questo OMG!! fuma. Poi sbaglio o il reverendo ha una crisi mistica, la grande va via di casa tagliando i ponti e Lucy si installa in garage/soffitta?

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  3. Ma perché parli sempre e solo di serie tv e sesso? Non credi che siano approssimative anche tante altre cose? Dopo tre righe una si scoccia… per fortuna che ammetti di avere problemi, ti auguro di risolverli. Buone vacanze! 😎

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    1. Parlo delle cose che mi piacciono, le serie tv e i cartoni animati mi hanno sempre appassionata…non mi pare di scrivere altrettanto spesso di sesso ma non ci vedo nulla di male, ognuno poi è libero di fare come preferisce, anche di leggere tre righe, scocciarsi e passare ad altro☺

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  4. Il reverendo Camdem in quanto a prediche a chiunque si avvicina al Clark Kent di Smallville che nonostante lui stesso abbia commesso un’infinità di infrazioni e danni a proprietà – anche se per salvare qualcuno in pericolo – faceva la predica a un amico anche solo se gli scappava un peto.

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