Anna dai capelli rossi, che conquistava gli uomini a colpi di lavagna.

Anna dai capelli rossi va

Vola e va come una rondine

Però un nido non ce l’ha

Non ha una mamma né un papà

Che ansia ragazzi.

E questa era soltanto la sigla.

Poi però migliora. Ah no:

Anna dai capelli rossi ha

Due grammi di felicità

Chiusi dentro all’anima

E al mondo vuol sorridere

Cioè, due grammi di felicità non è una bella cifra.

Beh, ma forse io avrei detto mezzo grammo, perché la storia di Anna Shirley, la protagonista dell’ennesimo anime giapponese rigorosamente anni 80, comincia male, anzi.

Malissimo.

Nata in Canada alla fine dell’Ottocento, la piccola Anna a soli tre mesi perde entrambi i genitori, stroncati da una malattia infettiva. Sappiamo bene ormai che l’essere orfani (oltre al possedere un animale esotico sempre attaccato al culo, tipo un orsetto lavatore o un ermellino) era un requisito imprescindibile per poter assurgere al ruolo di personaggio principale di un cartone animato made in Japan, ok, però cazzo.

Qui veramente si esagera.

Già, perché la piccola e sfigatissima bimba, una volta persi i genitori, viene spedita per 8 anni a casa della signora Thomas, dove in pratica assume le veci di sguattera&baby sitter ufficiale in cambio di vitto, alloggio e della meravigliosa possibilità di sperimentare quanto possa essere interessante la vita accanto ad un patrigno alcolizzato.

Quest’ultimo poi un bel giorno ha la brillante idea di alzare il gomito e svenire in corrispondenza dei binari di un treno. I treni hanno la strana abitudine di passare sui binari a grande velocità, quindi ‘sto tizio ovviamente muore, e la povera Anna viene impacchettata e recapitata a casa di un’altra simpatica famiglia: gli Hammond.

Anche in questo caso la ragazzina non si risparmia: ci sono ben 8 figli da accudire, distribuiti in una fatiscente catapecchia sulla riva di un fiume; sei tra questi marmocchi sono pure gemelli. Che figata.

Tutto procede “a gonfie vele” per circa due anni, finché non muore anche il signor Hammond e Anna viene nuovamente scaricata in orfanotrofio.

Cioè, a dieci anni questa bambina aveva già diversi ottimi motivi per suicidarsi.

Finalmente arriva la svolta. Due fratelli, Marilla e Matthew, decidono di adottare un ragazzo che li aiuti nel lavoro sui campi. Peccato che l’amministratore dell’orfanotrofio non abbia ben chiara la differenza tra maschio e femmina, tant’è che risponde alla loro richiesta mandando la piccola Anna, che tra l’altro è pure abbastanza gracilina, quindi non proprio adatta a zappare la terra. Sorvoliamo sul fatto che si volesse adottare un minore per poi sfruttarlo e trasformarlo nel baby-contadino dell’anno, roba da matti, ma si sa, gli sceneggiatori degli anime giapponesi sono leggermente tragici.

Comunque.

Matthew va alla stazione col suo calessino per recuperare il “ragazzo” che lo aiuterà a raccogliere pomodori e, carramba che sorpresa, si ritrova davanti una ragazzetta con i capelli arancioni, le trecce e uno stupido cappellino che per una inspiegabile legge della fisica rimane in bilico sul suo capo in posizione ore 23.

Va specificato che dopo dieci anni di vita di merda Anna non c’è più tanto con la testa, e Matthew se ne accorge durante il tragitto dalla stazione a casa. Difatti la bambina straparla ed è preda di pesanti allucinazioni: vede un viale alberato e improvvisamente lo ribattezza “Bianco Viale delle Delizie”; una palude maleodorante si tramuta magicamente nel “Lago dalle Acque Splendenti”.

Disagio.

Nonostante le tendenze schizofreniche della bimba Marilla e Matthew decidono di tenerla, e finalmente Anna si può rilassare. Comincia a frequentare la scuola locale e conosce quella che diventerà la sua migliore amica, Diana Barry, una ragazzina fastidiosa e piena di soldi la cui pettinatura somiglia ad un brutto lampadario.

Poi arriva anche l’amore, e nasce proprio sui banchi scolastici. Una mattina Anna sta osservando rapita il panorama fuori dalla finestra, in preda ai suoi soliti vaneggi, e il ragazzo più bello della scuola, Gilbert, cerca di attirare la sua attenzione lanciandole penne/matite. La ragazzina continua imperterrita a sognare di volare circondata da fiori e fatine luminose e lui allora, spazientito, ricorre alle misure estreme: le tira le trecce e urla:

Pel di carota! Pel di carota!

Anna, ricordiamocelo, non è esattamente quel che si dice una bambina tranquilla; infatti non reagisce benissimo alla provocazione. Nel senso che si volta verso il malcapitato, furiosa, acchiappa una lavagnetta e gliela spacca sulla testa.

Se da piccola fossi stata “permalosa” come Anna avrei fatto una strage, a cominciare dal quel ragazzino che alle elementari provava in continuazione a sollevarmi la gonna. Peccato non aver avuto lavagnette alla mano in quei momenti lì.

La bambina non è soltanto un pelino aggressiva; è pure rancorosa, a livelli che Annette di Là sui monti con Annette in confronto è Madre Teresa. Infatti Anna, dopo l’incredibile offesa subita da Gilbert, non gli rivolge la parola per la bellezza di cinque anni.

Cinque anni, cazzo. Se a dieci anni sei messa così male a trenta che fai, ti ritiri in un iglù in Lapponia perché ormai come minimo non parli più con mezzo universo, a cominciare dai vecchietti che ti passano davanti mentre sei in fila alla cassa.

Va beh, comunque. Il tempo passa e Anna, tra un delirio e l’altro, scopre una grande passione per lo studio, diventando una secchiona di prima categoria, alimentata oltretutto dalla rivalità col povero Gilbert, anche lui primo della classe e ormai non troppo segretamente innamorato della piccola isterica dai capelli rossi...ai ragazzi piacciono le stronze, questo Anna lo aveva capito da un pezzo, riconosciamoglielo.

Addirittura una sera capita che la ragazzina stia per affogare appunto nel “Lago dalle Acque Splendenti”…prontamente interviene Gilbert, che la soccorre e per forse la centocinquantaduesima volta in due anni le chiede di perdonarlo per averle tirato le trecce. Purtroppo la ferita è ancora aperta e sanguinante, e Anna rifiuta sdegnosamente la gentile richiesta, benché il giovane le abbia letteralmente salvato il culo.

Brutta stronza, vuoi vedere che la prossima volta il Lago dalle Acque Splendenti si tramuterà in un lago pieno di merda? Più o meno questo è quello che pensa Gilbert dopo aver portato in salvo la sua amata, e c’ha ragione da vendere.

Va beh, velocizziamo che la situazione si sta facendo pesante. In breve a 15 anni Anna diventa un cazzo di genio, e viene ammessa in una super-Accademia per nerd super-intelligenti privi di vita sociale. Segue un periodo di studio matto e disperatissimo ma all’improvviso il povero Matthew tira le cuoia, e Anna eroicamente rinuncia alla carriera scolastica per rimanere accanto a Marilla, anche lei molto malata.

Più tragico di così…altro che due grammi di felicità, qui non arriviamo neanche a mezzo milligrammo.

Però l'”ammore” trionfa, dato che l’irriducibile Gilbert, impietosito, cede ad Anna il suo posto di lavoro come insegnante nella scuola locale…e dopo più di cinque anni di rancore, odio, rifiuti vari, la ragazza si scioglie.

E vorrei ben vedere, cioè, quello ti ha chiesto scusa milioni di volte, ti ha salvata da morte certa, ti ha pure regalato la sua occupazione, che fai, persisti nel dargli merda? E per cosa poi, per una tiratina di trecce in prima elementare?

Anna, rilassati dai. Che pesantezza.

Il cartone termina con lo stabilirsi di un legame di amicizia tra Anna e Gilbert (amicizia eh, la ragazza se la tiene stretta perché quando ti tirano le trecce alle elementari poi è un casino recuperare) e, come dice Wikipedia, il cartone si conclude con”…l’ultima inquadratura su…uno stretto sentiero della caratteristica terra rossa di quei luoghi, rossa come le trecce di Anna Shirley”.

Conoscendola, ad Anna quella stradina rossa sarà sembrata Marte. L’avrà ribattezzata “Contrada dai contorni scarlatti” o qualcosa del genere.

Bene, ci salutiamo con la consueta sigla e mi rivolgo ai maschietti con un appello: non fate come Gilbert, lasciate perdere le stronze. Soprattutto quelle psicopatiche con le trecce.

 

 

 

9 pensieri su “Anna dai capelli rossi, che conquistava gli uomini a colpi di lavagna.

      1. Beh, devo dire che questi anime hanno davvero fatto la nostra infanzia, da adulti ci ripensiamo con nostalgia ed un tocco di divertimento, però sotto sotto ci rendiamo conto di quante assurdità ci fossero dietro! XD

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