Misteri scolastici: i muschi, i licheni e altre cose imparate a memoria e mai capite

Recentemente ho cominciato a insegnare al Liceo e ho constatato, tra le varie cose, che tra gli alunni c’è una certa tendenza a memorizzare nomi o concetti senza avere la più pallida idea di cosa significhino né il più pallido interesse a cercare di capirlo.

Bene, a scuola più o meno ci siamo stati tutti, e questa tendenza ovviamente ce l’avevamo anche noi…aggiungiamo il fatto che esistono delle nozioni che abbiamo studiato miliardi di volte eppure, ancora oggi, nonostante tutti gli sforzi e i pomeriggi passati sulle sudate carte, non ci ricordiamo una mazza a parte quelle cinque o sei stronzate che ripetevamo a pappardella senza essere in grado tra l’altro di spiegarle…tipo quando diciamo con la massima disinvoltura che sudare fa perdere tossine. Come se sapessimo che cazzo sono, le tossine.

Stesso meccanismo per quanto riguarda le rimembranze scolastiche.

Cominciamo dalla preistoria, ovvero quella che per me è la parte più pallosa della storia: impossibile dimenticare l’Australopiteco.

Sì, ma chi cacchio era l’Australopiteco?

Boooh. Un antenato dell’uomo sicuro. Forse viveva in Australia?

E l’HOMO ABILIS? Va beh, questa è facile. Sicuramente era l’homo che cominciava a fare roba manuale, non so cosa ma sicuramente c’entra il bronzo. O il rame. O la ruota.

Poi c’è l’HOMO ERGASTER. Anche qui nessun problema: era quello con la gastrite. Troppi mammut a colazione.

Vorrei fare qualche battutaccia sull’HOMO ERECTUS ma dopo che il mio ultimo post sui peni famosi è stato accusato di essere sessista mi astengo. Segue l’uomo di NEANDERTHAL.

Neandert-cosa?

Neanderthal, certo, che era…era…era il famoso paese di Neanderthal, quello abitato dai Neanderthaliensi. Persone simpaticissime, tra l’altro.

Arriva quindi l’HOMO SAPIENS, cui seguirà l’HOMO SAPIENS-SAPIENS, che di sicuro sapiens di più di quell’altro ma un pochino di fantasia con i nomi no, eh? Anche homo SAPIENTISSIMUS non sarebbe stato male.

Oltre i misteri preistorici abbiamo quelli di epoche successive.

Per esempio sfido chiunque a ricordare chi fossero i Guelfi e i Ghibellini, e che differenza esistesse tra loro. Chiaramente durante l’interrogazione sciorinavamo con nonchalance questi nomi sudando freddo e sperando che l’insegnante non ci chiedesse approfondimenti in merito (da notare che avevamo appena letto per l’ennesima volta la spiegazione sugli appunti e l’avevamo puntualmente dimenticata dopo mezzo secondo).

Sempre parlando di differenze, niente di meglio che citare i vassalli, i valvassori e i valvassini. Roba da feudatari, ma per il resto direi che è il buio più completo.

E il casino della fine dell’Impero Romano? Prima del 300 d. C. circa tutto ok, c’erano solo alcune popolazioni barbariche che premevano ai confini, ma giusto due o tre: i Parti, i Germani, Vercingetorige, Asterix e Obelix. Poi all’improvviso spuntano fuori popoli mai sentiti: Goti, Visigoti, Ostrogoti, Burgundi, Iutungi, Eruli, Unni. Ma dov’erano prima? Non si poteva dire un generico “barbari” e basta?

Localizzare queste genti è indubbiamente una miscion impossibol per noi poveri ex-alunni, ma scommetto che l’unica cosa che tutti ricordiamo è che Attila, flagello di Dio,  era il capo degli Unni e che da qualche parte aveva incontrato il papa Leone Magno il quale lo aveva convinto a non flagellare qualche posto.

E a proposito di invasioni, parliamo dei Promessi Sposi e dei Lanzichenecchi.

Chi erano? Da dove venivano? Dove andavano?

Mah. Rammentiamo solo che a un certo punto dal nulla arrivarono a Milano e fecero un puttanaio.

E chi erano gli Hittiti? Dove stavano? Cosa facevano? E la Stele di Hammurabi?

Passiamo alla letteratura.

Quante interrogazioni, quanti compiti in classe su Verga e sul romanzo “I Malavoglia”? Innumerevoli. Ebbene, a tutt’oggi non ho idea di cosa cavolo fossero quei maledetti LUPINI che dovevano essere trasportati sulla nave di Padron ‘Ntoni da qualche parte poi la nave naufragò e i LUPINI si dispersero in mare.

Inoltre ci sono degli stralci di opere letterarie un tempo imparate a memoria e delle quali i nostri cervelli hanno salvato pochi frammenti:

Sempre caro mi fu quest’ermo colle e questa siepe, poi boh.

Silvia rimembri ancora quel tempo di tua vita mortale, poi è risaputo che Silvia muore senza averla data a Leopardi.

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita, e ciaone Dante.

Amor ch’a nullo amato amar perdona porco cane…ah no, quello è Jovanotti.

Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno e chissà dove altro volgeva: non lo sappiamo perché tutti saltavamo la descrizione e passavamo direttamente a Don Abbondio che passeggiava bel bello verso casa e i incontrava i bravi che gli dicevano: “Questo matrimonio non s’ha da fare!

Chiare, fresche, dolci acque eccetera eccetera.

Diadainconsupertrafra.

Le figure retoriche, quelle stronze.

Anastrofe, chiasmo, anafora, sineddoche, allegoria, antitesi, paronomasia, poi all’improvviso e completamente ad cazzum un nome francese: l’enjambment, che ci voleva più tempo per imparare a pronunciarlo che per capire cos’era. Potevano chiamarlo engiambamento, no? Comunque io mi ricordo solo cos’erano l’allitterazione e l’ossimoro, e che la Divina Commedia era una gigantesca allegoria di qualcosa.

Mettendo da parte le materie umanistiche, passiamo al peggio del peggio (almeno per quanto mi riguarda): la matematica.

Un tempo devo aver saputo cosa fossero seno e coseno. Per curiosità ho cercato la definizione e ho scoperto che trattasi di “due funzioni trigonometriche FONDAMENTALI che vengono definite a partire dalla circonferenza goniometrica, e che associano a ciascun angolo un determinato valore numerico compreso tra -1 e +1.”

Mmm. Fondamentali, eh?

Stendiamo un velo pietoso su IPOTENUSA, TANGENTE, l’angolo CONCAVO  e quello CONVESSO e le DISEQUAZIONI (perché non bastavano le equazioni, ovvio).

Chiudiamo con un mistero “geografico”: si sa, a scuola imparavamo la tiritera secondo la quale ogni regione era caratterizzata dalla presenza di pianure o colline/montagne o entrambe, e generalmente la vegetazione era ricca di muschi e LICHENI.

I LICHENI, esatto. Una delle cose che devo fare prima di morire è trovare i licheni e capire cosa sono. Nel frattempo, ladies and gentlemen, vi presento i LUPINI:

lupini
Immagine tratta da salute.leonardo.it

Legumi poco calorici, estremamente proteici e ricchi di OMEGA 3 e OMEGA 6. Che, inutile specificarlo, non so cosa siano (ma come tutti so che il salmone ce li ha) e soprattutto mi chiedo: esisteranno anche gli OMEGA 1,2,4,5 eccetera?

Mah.

Intanto io al supermercato questi lupini non li ho mai visti.

Se avete altre reminiscenze scolastiche da condividere fatelo nei commenti, sicuramente mi è sfuggito qualcosa. Vi lascio con due parole: STALATTITI e STALAGMITI.

Non aggiungo altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8 pensieri su “Misteri scolastici: i muschi, i licheni e altre cose imparate a memoria e mai capite

  1. ahahahha hai troppa ragione! Dai postumi della geografia so solo che al mondo esiste un numero sconsiderato di posti dove, a quanto pare, si coltiva la barbabietola da zucchero ma non saprei dirti esattamente né quale siano né che sembianze abbia una barbabietola.

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  2. Oddio muoio XD e comunque ti assicuro che c’è sempre speranza: ho scoperto i lupini quando ho iniziato ad informarmi dopo i 30 di alimentazione (e non li ricordavo nei malavoglia) ma in effetti non li ho mai visti quindi permane il dubbio sulla loro esistenza; ho visto i muschi e i licheni addirittura dopo i 35 quando ho iniziato a fare escursioni in montagna.
    In ogni caso hai dimenticato una cosa fondamentale: le BARBABIETOLE DA ZUCCHERO!!! intere generazioni che non sanno cosa piffero siano!!!

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  3. Mammamia quanti ricordi! O meglio, quante parole che dovrei ricordare…
    Comunque penso di battere ogni record a riguardo, io al liceo ho studiato tedesco per 5 anni, ero brava e lo sapevo bene, ho fatto una vacanza studio in Germania, ho persino studiato Kant in lingua originale (impresa di cui ancora oggi mi stupisco).
    Ebbene, dove è finito quel tedesco? Non si sa, non non ricordo più nulla, sono in grado al massimo di sostenere una conversazione di base, la lingua è diventata un mistero per me.
    Cosa è successo? Come si spiega tutto ciò?

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  4. È la prima volta che commento un tuo articolo anche se ti seguo su Instagram e ho letto tutti i post del blog. Dei Licheni mi ero completamente dimenticata ed effettivamente ancora non ho capito che aspetto e forma abbiano. Invece ti posso assicurare che i lupini esistono, (credo siamo più diffusi nei piccoli negozi di alimentari o nei mercatini piuttosto che nei supermercati), li ho anche mangiati a casa e non è che siano piaciuti molto. 😊

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