Come diventare bella, ricca e stronza: il libro che non mi ha fatta diventare né bella, né ricca, né stronza.

Anni fa ho comprato in una bancarella dell’usato un libro dal promettente e altisonante titolo:

Come diventare bella, ricca e stronza

Sottotitolo:

Istruzioni per l’uso degli uomini

Come-diventare-bella-ricca-e-stronza

L’autore è Giulio Cesare Giacobbe, uno scrittore e psicologo del quale, al momento dell’acquisto, non conoscevo l’esistenza, ma che ha firmato diversi “manuali” che potrebbero servirmi tutti…in particolare quello che spiega come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita. Io al massimo ne posso scrivere uno su come farsi le seghe mentali sulle seghe mentali, tecnica che ho perfezionato in maniera oserei dire non approssimativa; invece trascurerei la lettura di “Come diventare un Buddha in cinque settimane” perché, almeno dal punto di vista fisico, ho due o tre idee su come riuscirci in una settimana e mezzo scarsa…

Comunque, interrompo la divagazione e riprendo il filo.

Come diventare bella, ricca e stronza è un libriccino di nemmeno 100 pagine che si legge in poche ore, sia perché è corto sia perché è scritto in uno stile ironico, scorrevole e molto, molto piacevole.

Piccola ma doverosa premessa: se intendete leggerlo non andate avanti perché sto per spoilerare un bel po’! Tenete presente inoltre (e forse è superfluo dirlo) che va letto con leggerezza, non bisogna prenderlo troppo sul serio nonostante contenga alcune verità di un certo spessore…e poi generalizza parecchio. Io l’ho divorato in un pomeriggio proprio con questo spirito e difatti non mi risulta di essere diventata ricca, che era l’aspetto che sinceramente più mi sarebbe interessato; la bellezza è soggettiva e in quanto alla stronzaggine credo fermamente che ognuno di noi sia considerato uno stronzo da almeno dieci persone, senza magari particolari motivi: semplicemente perché è impossibile non stare sul cazzo a nessuno. La mia autostima è direttamente proporzionale alla tipologia di individui ai quali sto sul cazzo: il fatto che molti di loro non posseggano la mia gigantografia sopra il caminetto e che mi trovino “fastidiosa” lo reputo un complimento.

Detto ciò, proseguiamo.

Il libro è suddiviso in tre parti, come del resto suggerisce il titolo. Si comincia da

Come diventare bella

Argomento apparentemente spinoso: bella per chi? In base a quali canoni di bellezza? No, perché per esempio, a cavallo tra Ottocento e Novecento, una delle mogli dello scià di Persia, tale Zahra Khanom Tadj es-Saltaneh, era considerata una specie di Angelina Jolie:

zahra-khanom.jpg

All’epoca piaceva la donna baffuta e non filiforme. Se inventate una macchina del tempo fateci un pensierino, la vita senza cerette e senza la taglia 38 deve essere meravigliosa.

Pertanto Giacobbe sostiene che siamo tutte bellissime: l’importante è convincersene, e comportarsi di conseguenza. Più una donna, e in generale una persona, è persuasa di essere bella, più lo trasmette all’esterno e così verrà percepita anche dagli altri. Un po’ come quando io indosso un vestito che mi piace, che penso mi stia molto bene, esco di casa tutta tronfia poi però puntualmente incontro quello che non mi vede da tempo e che mi trova sciupata, quell’altro che mi fa notare che ho la ricrescita di capelli bianchi e quell’altro ancora che mi offre una salvietta per togliermi l’eccesso di phard. Mi devo convincere meglio io o la gente deve farsi i cazzi suoi? Va beh, qualcuno scriverà un manuale anche su questo.

Una volta che sei persuasa della tua beltà, il gioco è fatto: tutti ti vedranno bellissima e attirare gli uomini non sarà un problema.

Già, perché qui si arriva al secondo e fondamentale passaggio:

Come diventare ricca

Lavorando instancabilmente? Risparmiando e diventando super parsimoniose? Rapinando banche?

No. Molto più semplice. Conquistando Accalappiando un uomo ricco e facendosi sposare. Il mondo maschile si divide infatti in

  • uomini ricchi
  • morti di fame

Va da sé che i secondi non vanno minimamente considerati, di certo non per un eventuale matrimonio…al massimo qualche trombata random, ma nulla di più.

Conditio sine qua non per convolare a nozze con il miliardario di turno è non innamorarsene. L’amore non è contemplato in questa fase: l’unico amore concesso è quello verso sé stesse, e deve essere IM-MEN-SO.

Ora si pone un’altra annosa questione: una volta identificato il pollo da spennare (il che non è affatto semplice, voi quanti uomini ricchi conoscete? Io nemmeno uno; infatti il libro, per facilitare la caccia, suggerisce un trasferimento a Montecarlo e dintorni), come conquistarlo?

Facile. Giacobbe afferma che gli uomini sono dei perfetti cretini e che, in presenza della patata, non capiscono più un cazzo (vi avevo accennato alle generalizzazioni, no?). Di conseguenza, se tu la patata la sai usare bene, sposare un miliardario sarà un gioco da ragazzi. La parola d’ordine è SEDUZIONE. L’autore sostiene che qualsiasi donna sia capace di sedurre e propone come modelli di riferimento Marilyn Monroe e Valeria Marini: in altre parole per sedurre è necessario comportarsi come una bambolina deficiente e puntare tutto sul fisico, quindi via libera a scollature generose, minigonne, abiti attillatissimi, trucco pesante eccetera eccetera. Certo, con un atteggiamento di questo tipo difficilmente conquisterai un uomo di grande intelligenza e personalità…del resto l’imperativo è non innamorarsi e mirare al vile denaro, quindi ‘sti cazzi se sposi un idiota. L’importante è che sia un idiota ricco.

Una volta catturato e impalmato il pollo, resisti qualche annetto…il tempo sufficiente per cogliere il tuo adorato maritino in flagranza di adulterio o in flagranza di qualsiasi cosa che possa spingerti a chiedere il divorzio e a svuotare per bene la sua cassaforte, in perfetto stile hollywoodiano.

Ok, adesso la ricchezza ce l’hai, ma ti aspetta un altro ostacolo:

Come diventare stronza?

Giacobbe definisce stronza la persona che pensa alla propria felicità e non a quella degli altri. Per riuscire in questo intento però, degli altri non te ne deve fregare niente e, per far sì che degli altri non te ne freghi niente, devi stare bene con te stessa e non aver bisogno di NES-SU-NO: no agli amici, no ai fidanzati, no ai parenti. Tu e solo tu, sola “(…)come un cane randagio. A proposito di cani: anche senza un cane (…)”

Esclusi pure i gatti e i pesci rossi.

Sarà difficile, certo, ma soltanto temporaneo e comunque necessario, poiché senza la stronzaggine sarebbe impossibile spennare il tuo pollo: non devi avere pietà di lui e correre dritta verso il traguardo, ovvero la ricchezza stratosferica, ovvero l’indipendenza economica.

L’ultima parte del libro spiega cosa fare una volta che si è diventate belle, ricche e stronze. Per esempio, volendo, si può procedere a un ulteriore spennamento di un ulteriore pollo, in modo tale da accumulare altro vile denaro (tanto ormai il modus operandi lo avrai acquisito).

Un’altra opzione è la seguente: spassarsela e godersi il bottino, eventualmente facendolo fruttare con investimenti e bussiness vari, stando però sempre ben attenta a non farsi fregare da uomini interessati alla taglia del tuo portafogli piuttosto che a quella delle tue tette…il cervello chiaramente secondo Giacobbe non rientra tra le qualità apprezzate dai maschietti nelle esponenti del gentil sesso.

Opzione numero 3: finalmente sei ricca, quindi se ti va sposati pure il morto di fame, ma stai in guardia…potrebbe essere “(…)un uomo con la voglia di diventare bello ricco e stronzo. E allora il pollo, questa volta, potresti essere tu (…).”

Il libro si conclude con la raccomandazione di “mantenere il nostro Io in costante esaltazione” per evitare eventuali down che potrebbero sfociare in stati depressivi assai poco compatibili con la stronzaggine, la ricchezza e la bellezza.

Fin qui tutto chiaro. Allora, lasciando da parte l’avvenenza fisica (tanto basta convincersi) e l’essere stronza (che in un certo senso siamo tutti un po’ stronzi), perché, dopo aver letto questo libro, non sono diventata ricca?

Beh, intanto l’auto-esaltazione non è mai stata il mio forte. Inoltre non avrei mai dovuto innamorarmi del mio fidanzato/futuro marito, che per la cronaca non è miliardario, mannaggia…e in ogni caso, atteggiarmi come la Monroe e Valeria Marini?

Naaaaaaaaaaaaa. Non ce la posso fare.

Meglio bella, povera e stronza.

2 pensieri su “Come diventare bella, ricca e stronza: il libro che non mi ha fatta diventare né bella, né ricca, né stronza.

  1. E niente, ho troppa stima del mio cervello e troppa poca pazienza per correre dietro ad una testa di rapa, senza contare che non frequento circoli benestanti e nel sedurre sono una frana. Vabbè, continuo a lavorare, ho capito.

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