Per me ci sono solo due tipi di donne: dee e zerbini.
Picasso dixit.
E lo dixit a una delle sue innumerevoli amanti, tale Francoise Gilot. Niente di cui stupirsi, si sa, i grandi artisti difficilmente andavano a dormire da soli, e quando si trattava di faccende amorose si trasformavano improvvisamente in grandi paraculi. Chiamiamoli Casanova, chiamiamoli donnaioli, chiamiamoli semplicemente stronzi, fatto sta che la storia è piena di pittori, poeti, scrittori che cambiavano compagna con una velocità sorprendente, e se non la cambiavano comunque avevano l’accortezza di renderla cornuta…tanto le spasimanti con cui farlo non scarseggiavano. A sentire una cosa del genere viene spontaneo immaginare strafighi spaziali, e in alcuni casi lo erano: si veda per esempio Ernest Hemingway o Anton Cechov. In altri casi invece non lo erano per niente, o almeno non corrispondevano a quelli che sono i canoni di bellezza maschile della società odierna (come Gabriele D’Annunzio). Tuttavia la scarsa avvenenza fisica era compensata dal cosiddetto “fascino dell’artista” e da una forte personalità, unite ad altre doti puramente intellettive. L’unico bruttarello che, poveraccio, non quagliava nonostante possedesse un’intelligenza fuori dal normale e una notevole attitudine alla poesia, era Giacomo Leopardi…la sua solita sfiga cosmica. Per quanto riguarda Picasso, a mio avviso in gioventù non era tanto male:
Immagine tratta da mymovies.it
Con l’avanzare degli anni però, bisogna ammettere che non ha avuto la stessa fortuna di Sean Connery:
Immagine tratta da studiarapido.it
e, come vedremo, le sue conquiste galanti non si bloccano certo con l’avvento dei temibili “anta”, anzi: semmai aumentano. Va beh, diranno alcuni, sarà pur valsa la pena stare con un genio del calibro di Picasso, e che saranno mai un paio di corna al giorno d’oggi?
De gustibus, cornuti lo siamo stati tutti, e pipponi etico-filosofici a parte sulla monogamia, il problema con Picasso non erano tanto i tradimenti: il problema era che oltre al danno la beffa…nel senso che quasi tutte le sue compagne, una volta terminata la relazione (in genere causa repentino scaricamento causa presenza di carne più fresca), finivano male, o meglio, malissimo. Esaminiamo caso per caso.
Fernande Olivier

La bellissima Fernande già di suo era abbastanza sfigata, e l’incontro con Picasso sarebbe stata la classica ciliegina (avariata) sulla torta. In fuga da un infelice matrimonio con un uomo che l’aveva stuprata, nel 1900 la ragazza arriva a Parigi e 4 anni dopo conosce il fascinoso Pablo. Con lei, il celebre artista recita un copione che si ripeterà grossomodo identico nelle relazioni successive: amore-folle-all’inizio, ritratti-a-manetta nel mezzo, corna-e-vaffanculo-avanti-un’altra alla fine. Fernande rinsavisce prima dell’ultima fase e lo lascia, ma si ritrova senza un soldo mentre lui, dal suo canto, accusa il colpo scrivendo a un amico:“Fernande se n’è andata. Come farò per il cane?”
Povero cane.
Per salvarsi dalla bancarotta, Fernande scrive un libro di memorie sulla love story ormai conclusa e lui, immaginando non fosse tanto simpatico, le fa causa. Alla fine raggiungono un accordo: l’artista le passa una piccola tangente purché non pubblichi finché lui è in vita. Per la cronaca, la donna muore sette anni prima di Pablo, al verde e pure sorda.
Eva Gouel
Di questa seconda sfortunata compagna non si sa molto. Eva e Pablo stanno insieme dal 1911 al 1915: a quanto pare lei era un’amica di Fernande Olivier, e quando conosce Pablo è pure sentimentalmente impegnata ma va beh, dettagli. La poveretta fa in tempo ad essere immortalata in alcuni celebri ritratti, poi si ammala di tubercolosi e Picasso come reagisce? Con l’ennesimo ritratto, intitolato “Eva sul letto di morte”. Che pensiero carino.
Olga Chochlova

Olga è una ballerina russa talentuosissima di grande bellezza, ma l’incontro con Picasso le stronca la carriera. Travolta dalla passione, la ragazza lascia la danza e sposa Pablo, dedicandosi completamente a lui ed entrando nella fase ritratti-a-manetta. A un certo punto ‘sta disgraziata affronta pure un periodo difficile: in Russia scoppia una guerra civile e uno dei suoi fratelli muore, il padre e un altro fratello scompaiono e la madre e la sorella non se la passano per niente bene. Per confortarla, tanto per cambiare, Picasso la ritrae in momenti in cui è triste e mogia-mogia. Nel 1921 la donna partorisce un bel maschietto, Paulo e, dopo l’entusiasmo iniziale, il novello paparino decide che è ora di cambiare patata. Quando scopre di essere cornuta Olga chiede il divorzio, ma Pablo non le concede la metà dei beni che le sarebbero spettati per legge (stronzo e pure tirchio); così rimangono sposati fino al 1955, anno in cui lei muore di cancro.
Marie Thérèse Walter

Picasso incontra Marie Thérèse Walter nel 1927: lui ha 45 anni ed è ancora sposato con la Chochlova. Lei ne ha 17, è giovane, povera e orfana di padre. La relazione per ovvi motivi inizialmente è clandestina, ma la Picasso-sfiga non è altrettanto discreta: la fanciulla infatti nel 1933 scampa miracolosamente alla morte per annegamento e Pablo non perde la ghiotta occasione per tirarne fuori un ritratto dove lei appare in versione “ninfa acquatica”. Proprio di buon auspicio. Per un bel po’ di anni l’artista si destreggia tra moglie e amante, ma non sembra avere difficoltà…addirittura nel 1930 acquista un piccolo castello a Boisgeloup, a sessanta chilometri da Parigi, e dice a entrambe le donne qualcosa come: “L’ho comprato per noi due, amore!”. Beh, non aveva tutti i torti: il castello difatti viene utilizzato sia da Olga che da Marie Thérèse: la prima ci va durante i fine settimana, la seconda dal lunedì al venerdì. Inutile specificare che non si incrociano mai. Insomma, il bastardo non si era nemmeno sprecato a diversificare le alcove. A un certo punto Marie Thérèse rimane incinta e tutta la clandestinità se ne va a puttane, ma del resto ormai era maggiorenne=rischio carcere: scongiurato. Olga, come sappiamo, chiede il divorzio; la Walter nel frattempo dà alla luce Maya e purtroppo la seconda paternità non spegne gli ardori di Pablo, che ha fatto la conoscenza di una nuova fiamma: Dora Maar. La Walter capisce la situazione, si fa da parte e muore suicida nel 1977. Picasso era già morto nel ’73, altrimenti avrebbe sicuramente provveduto a farle un ritratto ad hoc. Le amanti non sono ancora finite e vi avverto, Picasso anche dopo i settanta si dà un gran daffare. To be continued nel prossimo post e state in campana…soprattutto se vi comprano un castello.
Ma nooooo, io sono per il binge watching, binge reading, binge everything!! Ero già qua con una fettazza di panettone in una mano e tisana dimagrante nell’altra pronta a leggere il tuo post per tutta la notte visto che dalle prime righe sembrava una storia abbastanza lunga ahahahah
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Ehhhh, ti tocca aspettare😂😂😂non googlare nulla nel frattempo!
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Comunque Picasso portasfiga proprio!!! 😉
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Ma povere donne… spesso i grandi artisti non sono stati grandi uomini dal punto di vista umano e privato.
Comunque anche secondo me ci hai interrotto la storia sul più bello ma non si fa così. NON SI FA!
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🤣🤣🤣Per aumentare la suspense!
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