Il Re Sole e l’appassionante storia di tutti i suoi clisteri

Oggi parliamo del Re Sole, ovvero di Luigi XIV, re di Francia dal 1643 fino al 1715: colui che volle la costruzione della splendida reggia di Versailles, esatto. Più o meno lo conosciamo tutti, o grazie a vaghe (nel mio caso vaghissime) reminiscenze scolastiche, o per via delle altrettanto celebri caramelle alla liquirizia (anzi, liquErizia) forte, le cosiddette “Pasticche del Re Sole”:

Nei supermercati non le vedo da un pezzo, ma per gli appassionati su Amazon è disponibile la confezione da 24 al prezzo di 24.90 (più 7.90 di spedizione). Approfittatene, la liquirizia ha un sacco di proprietà, o almeno, così dice l’amico Google, secondo il quale in Asia è utilizzata da ben 5000 anni per curare tosse e infiammazioni varie, e in generale è indicata contro “mal di gola, catarro, cervicale, acidità gastrica” e pure contro la stitichezza in virtù della sua “blanda proprietà lassativa”. Beh, ora capisco perché l’hanno chiamata “Pasticca del Re Sole”: semplicemente perché il Re Sole ne avrebbe avuto parecchio bisogno, dato che durante i suoi 77 anni di vita soffrì di tutti i suddetti disturbi, moltiplicati però all’ennesima potenza, e aggravati dalle pessime condizioni igieniche di Versailles nonché dalle scarse conoscenze mediche dell’epoca.

Le notizie sulla (poca) salute del Re provengono da una sorta di diario redatto dai “dottori” che si occupavano di curarlo: “Le journal de le santé du roi Louis XIV” (“Il diario della salute di Luigi XIV”), che ci ha lasciato l’elenco completo dei numerosissimi malanni dai quali venne afflitto e soprattutto delle terapie applicate che, come vedremo, assomigliavano più che a terapie a torture disumane.

Le disgrazie cominciarono presto, prestissimo: a nove anni il piccolo Luigi si beccò il vaiolo, con tanto di pustole sparse in ogni millimetro di pelle e febbre altissima…la cura? Più o meno la stessa che verrà poi costantemente ripetuta, rappresentata da salassi e clisteri a manetta, cosa che da ex-stitica mi suscita memorie assai moleste. Durante l’adolescenza arrivò quella che sarebbe stata la prima di una infinita serie di potentissime diarree, anche questa medicata con clisteri “purificanti”, seguita dall’erisipela, ovvero un’“infezione della pelle” provocata da un batterio con un nome che solo a sentirlo mi viene da grattarmi: lo streptococco.

A diciassette anni ecco la gonorrea, ulteriore infezione che colpì i reali genitali; stavolta i batteri non c’entravano, la malattia venne contratta come conseguenza di una attività sessuale diciamo “boccaccesca”, e chiaramente i medici si guardarono bene dal divulgare i dettagli, attribuendo invece l’accaduto ad un eccesso di cavalcate

…a cavallo, che avete capito. Poi dicono di darsi all’ippica.

Trattamento adottato? Ovvio, innumerevoli purghe, accompagnate da misteriosi intrugli a base di misteriosi ingredienti. Di nuovo il re guarì, e tanto per non sbagliare lanciò gli hashtag #clisteregram #clistereexperience, di modo da trasformare la pratica in un mai-più-senza…all’epoca infatti Luigi XIV era un autentico influencer, un po’ come Chiara Ferragni oggi, con la differenza che nessuno avrebbe osato cagargli il cazzo se fosse andato al Louvre e avesse scattato un selfie vicino alla Gioconda.

Successivamente giunsero scarlattina, morbillo e una terribile febbre tifoide che lo stremò al punto da far predisporre l’estrema unzione…poi uno dei dottori gli somministrò un beverone a base di vino e antimonio e accadde il miracolo. Volevo spiegarvi in parole semplici cosa cavolo è l’antimonio ma Wikipedia dice che trattasi di “un semimetallo che si presenta in quattro forme allotropiche diverse.”

Semi-metallo? Forme allotropiche?

Mi sa che devo rifare il liceo.

Dopo questa ennesima malattia Luigi rimase completamente calvo ma no-problem, nel Seicento le parrucche erano quasi d’obbligo, e lui non poteva privarsene, sia perché gli permettevano di coprire la pelata, sia perché erano talmente vaporose da fargli superare ampiamente i suoi 165 centimetri di “altezza”.

Il bollettino medico prosegue, registrando uno strazio dopo l’altro, compresi i perenni fastidi portati da sonnambulismo, emicranie, vertigini, allucinazioni, epilessia, incubi notturni e coliche renali. Aggiungiamo inoltre:

  • un alito pestilenziale, tanto che le amanti del Re affrontavano gli incontri “galanti” portandosi sempre dietro un fazzoletto profumato ai fiori d’arancio. Lo spazzolino da denti e il dentifricio non esistevano, e la dieta non giovava certo alla salute dentale, nel senso che, gastronomicamente parlando, per Luigi era sempre Natale, e ogni giorno mangiava come se non ci fosse un domani, prediligendo pietanze a base di carne e pasticcini stra-pieni di zucchero=denti molto, molto cariati. Nel 1685 al re viene asportato un gigantesco ascesso…tuttavia, sull’onda dell’entusiasmo chirurgico i “medici” commettono un errore e gli staccano anche mezzo palato, causandogli una comunicazione oro-nasale che, vi assicuro, è meglio morire senza sapere cos’è.
  • odori corporali rivoltanti: nel XVII secolo ci si lavava di rado (si credeva che l’acqua favorisse l’apertura dei pori della pelle attraverso i quali penetravano le malattie), e in ottemperanza a questa usanza il Re Sole fece in tutta la sua vita tre bagni, ripeto, TRE BAGNI. Farebbe schifo a prescindere, ma considerato il fatto che sua maestà soffriva di bromidrosi, beh, che dire, povere concubine, altro che fazzoletto profumato, ci sarebbe voluto uno scafandro per riuscire a copulare con lui senza vomitargli addosso. Ah, dimenticavo, la bromidrosi, e cito il dizionario, è la “sudorazione anormale con odore disgustoso” e hai voglia di fare clisteri se non ti lavi.
  • costante dissenteria: beh, a forza di purghe forse qualcosa si era smosso in maniera esagerata, ma Luigi aveva risolto la scomoda questione con una comoda sedia: la “comoda” appunto, ovvero un water ambulante una preziosa seduta dotata di vaschetta centrale che accoglieva all’occorrenza gli stronzi reali, e dalla quale sua Maestà non si separava mai, non tanto per non sporcare i pavimenti di Versailles, che erano comunque luridi, quanto per ottimizzare i tempi e adempiere a tutti i suoi compiti senza doversi fermare a cagare ogni cinque minuti. E sì, se ve lo state chiedendo riceveva gli ospiti mentre era così “accomodato”, tuttavia si reputava fosse un immenso privilegio assistere alle nobili evacuazioni.

Il peggio però doveva ancora manifestarsi. Nel 1685 Re Sole si ritrovò un brufoletto proprio lì dove il sole non batte: venne eseguita la solita scarica di clisteri, col risultato che il brufoletto si trasformò in un robusto e dolorosissimo ascesso. La diagnosi? Fistola anale. Non c’è bisogno di una laurea in medicina per capire che in questo caso fare altre purghe avrebbe soltanto potuto nuocere. I dottori decisero quindi di passare alle maniere forti, con una operazione che non era mai stata praticata prima e che è facile immaginare: Sua Maestà si mise carponi e il bisturi fece il resto…tutto questo senza anestesia, e qui un porca troia, scusate, ci sta a pennello.

Incredibilmente Luigi sopravvisse a tutte le malattie (e a tutti i clisteri) e, benché fosse puzzolente e piuttosto malconcio, tenne botta fino al settantasettesimo anno d’età, quando accusò un leggero indolenzimento alla gamba che da principio si reputò fosse sciatica; nel Settecento la terapia apposita prevedeva di bere vino a volontà (forse per ubriacarsi e non sentire il dolore, ha un senso, no?) ma insomma, nonostante l’alcool intontisse a un certo punto la gamba andò in cancrena e il re morì nel giro di qualche mese: the end.

Se dopo la lettura di questo post non avete la nausea e gradite saperne di più vi lascio il link ad un bel documentario ad hoc per stomaci forti…potrete poi vomitare nello spazio riservato ai commenti, buona visione!

11 pensieri su “Il Re Sole e l’appassionante storia di tutti i suoi clisteri

  1. Maremma che schifo d’omo!
    Comunque il Re Sole con i suoi clisteri ha in qualche modo previsto il futuro: ai suoi successori Luigi XVI e Maria Antonietta è andata decisamente di merda…

    Piace a 2 people

      1. Infatti vivevano nello schifo piu’schifo e piu’schifo che piu’schifo non ce ne non si lavavano mai puzzavano da morire pisciavano dietro le porte nei sotto scala si pulivano il naso nelle tende facevano i loro bisogni fisiologici dappertutto nei giardini ect ect il palazzo di Versailles era una fogna a cielo aperto sia all’esterno che all’interno vi era puzza di escrementi e di pipi’di sporcizia polvere muffa umidita’cenere dei caminetti si spruzzavano profumi addosso senza mai lavarsi scusate…ma sto per vomitare!

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