Nelle ultime settimane mi sono documentata un po’ e il risultato è questo post nuovo di zecca che parlerà della celebre Giovanna D’Arco. In realtà, come un po’ per tutto, anche in merito a questo personaggio avevo un’infarinatura di un po’ di questo e un po’ di quello, il che significa che a parte il sapere che era una guerriera e che è morta arsa sul rogo non sapevo altro. Avevo anche visto il film con Milla Jovovich ma o non mi aveva colpita piu di tanto o mi ero addormentata sbavando sul divano dopo dieci minuti, il che è piuttosto probabile.
Comunque, grazie al buon vecchio Google e al podcast del sommo Alessandro Barbero (esatto, ho tradito Alberto Angela, Barbero is the new black) ho recuperato qualche nozione in più e come sempre ora divulgherò forte.
Siamo nel bel mezzo della Guerra dei Cent’anni, che non staremo a riassumere anche perché in cent’anni immagino saranno capitate un bel po’ di cose. Vi basti sapere che trattavasi di guerra tra francesi e inglesi e che nel periodo in cui visse Giovanna furoreggiavano due fazioni: i borgognoni, che erano francesi ma parteggiavano per gli inglesi, e gli armagnacchi, francesi che parteggiavano per i francesi, cioè per sé stessi.
La nostra eroina nasce in questo gioioso clima, nel 1412, nel villaggio di Domremy; i genitori di Giovanna sono contadini benestanti: il padre è sindaco del paese, insomma non se la passano male come invece ci farebbe pensare la parola “contadino” relativamente al XV secolo. Giovanna dimostra di essere particolarmente devota fin da piccola, tant’è che i coetanei usano percularla per il fatto che, invece di giocare a nascondino, prega in continuazione.
A 13 anni la svolta: la fanciulla si trova nel giardino di casa sua a giocare a pregare come suo solito ed ecco che a un certo punto sente delle voci…detta così sembra una gigantesca cazzata, ma teniamo conto sia del fatto che Giovanna non era una ragazzina qualunque sia del periodo: in un’epoca devastata da una guerra sanguinosa che sembrava non dovesse finire mai, la fede rappresentava una delle poche certezze, e si aveva talmente tanto bisogno di credere in qualcosa che su 100 persone praticamente 95 “sentivano le voci”…voci di angeli e santi vari, s’intende, quando non direttamente la voce di Dio.
E insomma, che dicono a Giovanna di interessante queste voci?
Beh, inizialmente nulla di stratosferico, cose tipo:“Sii una brava bambina”, “Sii caritatevole” eccetera eccetera…poi la musica cambia, e le stesse voci, anzi LA stessa voce, che secondo Giovanna appartiene all’arcangelo Michele, proclama di avere una missione per lei: andare da Carlo VII, che si è autoproclamato re di Francia, e aiutarlo a rendere questa auto-proclamazione ufficiale…in parole povere, riuscire a farlo incoronare e questo messaggio si autodistruggerà tra 9-8-7-6…
Già, una autentica miscion impossibol per chiunque, figuriamoci per Giovanna, che era appena adolescente e soprattutto appartenente al sesso femminile, quindi partiva in una posizione di pesante svantaggio.
La giovane però non si scoraggia facilmente e procede step by step: primo step, ovvio, avvisare i genitori del fatto che deve salvare la Francia da quei cattivoni degli inglesi, tranquillo papi, me lo ha detto l’arcangelo, parto domattina all’alba ok?
Papi e mami prima pensano: oh finalmente è diventata una bambina come le altre, fa pure gli scherzi, poi, notando che lei insiste e non sta affatto ridendo, reagiscono come credo qualsiasi genitore avrebbe reagito: tu-sei-matta-non-vai-da-nessuna-parte-e-dì-all’arcangelo-come-si-chiama-di-arcangelare-altrove.
La ragazza non demorde, prova a scappare più volte e continua ad affermare di avere una missione e di doverla compiere il prima possibile. Il gossip fa il resto: tutti e tutte iniziano a parlare di lei, e più passa il tempo più le malelingue si trasformano in lingue benevole, tant’è che si comincia a credere seriamente alle parole di Giovanna e al fatto che lei sia stata scelta dal Signore per salvare la Francia. In sostanza l’opinione pubblica si fa sentire, al punto che il signor D’Arco manda la figlia dal capitano del più vicino avamposto fortificato per farle esporre le sue idee. La prima volta il capitano la rispedisce a casa dicendo ai genitori di farla rinsavire a forza di schiaffi, la seconda volta idem, alla terza, un po’ per curiosità e un po’ per sfinimento, decide di inviarla a corte dotandola di una piccola scorta, di un cavallo e di una spada. Giovanna però ha un’altra necessità: vestirsi da uomo, e il suo sempre più nutrito fan club si quota per comprarle degli abiti maschili poi, dopo aver visto qualche puntata di Fantaghirò, prende ispirazione dalla Martinez, si taglia i capelli a scodella et voilà, pronta a partire.
Dopo una decina di giorni di viaggio arriva da Carlo VII e gli dice che lo aiuterà ad essere incoronato re di Francia. Chiaramente lo scetticismo a corte serpeggia, ma è altrettanta la voglia di sperare in un miracolo, così si decide di procedere con gli accertamenti del caso. Viene quindi formata una commissione straordinaria a capo della quale c’è un arcivescovo: Giovanna viene sentita e ri-sentita, interrogata, esaminata fisicamente per controllare che sia vergine come dichiara e insomma, nel giro di poco tempo la fanciulla è a capo di un esercito. A 17 anni. Io a 17 anni guardavo ancora Dawson’s Creek.
Ve beh, procediamo.
La prima mossa di Giovanna è scrivere una bella lettera al re d’Inghilterra, lettera nella quale, con toni piuttosto altisonanti e utilizzando la terza persona come Cesare e i tronisti di Uomini e Donne, minaccia di fare una strage se non si arrenderanno. Gli inglesi, usando toni decisamente meno poetici, le rispondono che la bruceranno, che è solo una puttana e che se ne torni a guardare le vacche.
Che screanzati.
Giovanna non accoglie il gentile suggerimento e parte all’assedio della città di Orléans, occupata appunto dagli inglesi. Li sconfigge in quattro e quattr’otto e un mese dopo Carlo VII viene incoronato ufficialmente. Quella che ormai è universalmente conosciuta come “la pulzella d’Orléans” è inarrestabile e tenta l’assalto a Parigi, assalto che purtroppo fallisce. Nel frattempo Carlo VII, ottenuta la sua corona, comincia a snobbare la ragazza e a pensare che in fondo questa guerra dura da troppo tempo, non sarebbe ora di un un po’ di pace?
Giovanna non è dello stesso parere e prosegue nei guerreggiamenti finché, nel maggio del 1430, non viene catturata dai borgognoni nei pressi della città di Compiègne. Questi inizialmente la tengono prigioniera in un bel castello, circondata da gentildonne e gentiluomini e trattata come se fosse una principessa. Molto carini, già, peccato che sia tutta una farsa: i borgognoni stanno semplicemente aspettando che si faccia avanti il miglior offerente, che non tarda ad arrivare e guarda caso è inglese. La pulzella viene quindi venduta al nemico, che non vedeva l’ora di mantenere la promessa fatta anzitempo: bruciarla viva.
Giovanna era ormai un’eroina nazionale: ok, siamo nel Quattrocento ma anche nel Quattrocento non si poteva mica buttare una ragazza (tra l’altro molto amata) su un rogo come niente fosse senza dare uno straccio di spiegazioni. Pertanto viene imbastito un processo inquisitorio durante il quale 131 specialisti sono incaricati di torchiarla fino alla morte e soprattutto di trovare appigli per accusarla di eresia.
La ragazza, in barba alla giovanissima età, si destreggia abilmente e tiene testa a tutti, spesso rispondendo per le rime alle numerose domande idiote e senza senso che le vengono poste (“Ma questo arcangelo amico tuo, era nudo?” “Secondo voi il Signore non ha mezzi sufficienti per comprare due stracci ai suoi messaggeri?”). Dato che ha una risposta vincente per tutto, si insiste sul fatto che si veste da uomo, cosa vietata in un miscroscopico passo di un libro del Vecchio Testamento che si chiama Deuteronomio (per intenderci, quello dove sta anche scritto “Occhio per occhio dente per dente”), e quindi tutti lì a rimarcare ma come-tu-che-ti-dichiari-tanto-devota-osi-contraddire-le-parole-del-conosciutissimo-Deuteronomio e Giovanna replica lapidaria che sta eseguendo gli ordini del Signore.
Spossata dalla reclusione e dagli stenti infine la pulzella firma un’abiura di cui capisce poco e niente e indossa abiti femminili. Successivamente, mentre si trova rinchiusa in cella, un soldato le ruba i suddetti abiti e le lascia in cambio dei vestiti maschili, che la ragazza si infila pur di non rimanere nuda. Quando gli inquisitori le chiedono spiegazioni lei proclama di averlo fatto in totale autonomia e che il documento di abiura se lo possono infilare avete capito benissimo dove…non ricordo le parole esatte ma il senso più o meno era quello.
Siamo alla fine. Giovanna viene condannata definitivamente al rogo e solo qualche decennio dopo si chiederà una revisione del processo-farsa e se ne farà un altro, al termine del quale la pulzella verrà assolta…cos’è che si dice del senno di poi?
Per saperne di più vi consiglio caaaaldissimamente il succitato podcast di Alessandro Barbero (lo trovate su Spotify) cui mi sono ispirata, e qui sotto vi lascio anche il link della conferenza apposita tenuta dal sommo nel 2012 al Festival della Mente di Sarzana…l’audio non è un granché ma vale la pena aguzzare le orecchie!
Anche io sono una pulzella di Alessandro Barbero.
Ti dico solo che quando ho visto Alberto Angela gli ho chiesto di salutare il professor Barbero 🥰
che con storie come quella di Giovanna ci va letteralmente a nozze!
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😂😂😂😂😂
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Giovanna non era ne Pazza ne tanto meno Stupida folle cc , credere o no e questione di fede sul sentire le voci , ma dato che fin da bambina e nata in un ambiente molto religioso ,con un padre e una madre che con la chiesa ci vivono e lavorano ,vivendo in una comunità pacifica e prospera , dove la guerra era ben lontana da tutti loro,be non penso che poteva fare molto in vita sua,era comune che sarebbe diventata una suora o una moglie di un uomo,non avrà mai studiato in vita sua salvo le preghiere in chiesa . per quel che vedo e se ci rifletto seriamente E TUTTO VERO ,non frutto di esagerazioni o travisamenti .anche perche se ci pensiamo bene una ragazza che alla fine era una semplice campagnola che riesce a capitanare un esercito e sgominare i nemici , gia questo ti fa capire che se avesse avuto le rotelle fuori posto non sarebbe sopravvissuta dopo mezzo scontro . non sapeva ne leggere ne scrivere e si ritrova a fare discorsi tanto profondi che sembrava avesse studiato teologia e scienza bellica per anni e anni ,se non e La voce di Dio non so cosa sia e dalle parole che ci sono arrivate era piu che lucida .e poi consideriamo l età riesce ad avvicinarsi al re partire da sola e giungere a destinazione , a 13 anni per quanto uno e ateo 2 domandine su come sia riuscita a far tutto questo tele fai ,io a 13 anni il massimo che facevo era andare a scuola e guardarmi i cartoni in tv a pranzo , ho cominciato a prendere il bus a 12 con solo 3 fermate da casa mia e dovevo stare attento a non perdermi , e lei a 13 parte dal suo villaggio da sola donna senza soldi senza niente , cammina e arriva dritta dritta alla corte del re ,senza ostacoli fino alla città.e riesce ad entrare a corte senza farsi vedere ne fermare da nessuno . ok non so come uomo direi che e impossibile ,ma con la fede dico che gia essere riuscita a cominciare a quel età soli 13 anni a fare tutto cio , oltre a farsi ascoltare.e ad entrare in una corte sorvegliata senza essere notata ,be non so che dire.io credo che tutto cio sia vero altrimenti non si spiega.
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